Un’indagine del Financial Times ha mostrato l’atmosfera pesante che si respira in Ohio. E non si parla solo in senso concreto delle conseguenze ecologiche del disastro di febbraio, al quale non è stata data la copertura mediatica che invece meritava. Si parla delle conseguenze politiche di quel disastro e del disastro che la gestione Biden sta fomentando a Kiev. Nel calderone ucraino gli americani vedono buttare i loro soldi a decine di miliardi. E se inizialmente il loro entusiasmo era alto e il loro appoggio morale era univoco, oggi molti cittadini si stanno domandando se sia giusto e conveniente appoggiare un regime corrotto e oppressivo come quello di Zelensky, per quanto venga ancora visto come “aggredito” e dunque vittima da difendere. E i politici locali, soprattutto quelli repubblicani, sono indecisi se usare questa carta alle prossime primarie in vista delle presidenziali del 2024. Quella che emerge è anche la visione cosiddetta “isolazionista” che permea da sempre la politica americana, ma che è stata relegata in secondo piano da molti presidenti. Dopo la rotta in Afghanistan e la perdita di prestigio e appoggio con il proseguire del conflitto ucraino, negli USA qualcuno pensa sia il caso di tornare alle pratiche isolazioniste per salvare il Paese dall’autodistruzione. Ormai si comincia ad ammettere apertamente che in Ucraina Washington sta combattendo una “guerra per procura” contro Mosca per mano degli ucraini: e ciò non sta affatto bene a molti cittadini da una parte e dall’altra dell’oceano Atlantico.
Fonte notizia
strumentipolitici.it ohio-il-calo-di-consenso-per-gli-aiuti-allucraina-sara-un-tema-caldo-alle-primarie-usa