L’annuncio della sospensione russa del trattato New START sugli armamenti nucleari ha lasciato sgomenti i vertici euroatlantici. Eppure, dato che anche gli USA in diverse occasioni si sono proprio ritirati dagli accordi (e non solo “sospeso la partecipazione” come la Russia), forse dovevano aspettarsi una mossa simile da parte di Mosca. Come spiegato dallo stesso Putin nel suo discorso del 21 febbraio all’Assemblea Federale russa, si tratta di un gesto difensivo e al tempo stesso un accusa all’ipocrisia occidentale. La Russia si sente minacciata dall’atteggiamento ambiguo e cinico dei Paesi NATO, che vogliono imporle l’esecuzione precisa degli obblighi del trattato, mentre essi stessi non li applicano. E in più vorrebbero, secondo Putin, attaccare la Russia e distruggerla, come detto da alcuni politici americani ed europei. In un tale contesto di ostilità pressocché aperta, restare fedeli a un accordo preso in altri tempi pare da masochisti. Ma in Occidente hanno appunto reagito con stizza e con sorpresa. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ha detto che la decisione russa distrugge l’architettura del controllo degli armamenti e il Segretario di Stato americano Antony Blinken l’ha definita “profondamente infelice e irresponsabile”. Solo Biden, stranamente, è stato morbido, perché ha sottolineato in un suo discorso a Varsavia che né l’Europa né l’America come stiano tramando per aggredire la Russia o provino a controllarla o distruggerla.
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strumentipolitici.it putin-lannuncio-della-sospensione-del-trattato-new-start-le-motivazioni-russe-e-le-reazioni-occidentali