Il Parlamento unicamerale di Kiev, la Verchovna Rada, ha adottato la legge n.8224 del 13 dicembre, l’ultima in ordine di tempo per l’ambito del trattamento delle minoranze presenti nel Paese. Sono giunte fortissime polemiche da parte dei rappresentanti di queste ultime, romeni e ungheresi in particolare. I motivi delle critiche sono di carattere tecnico e anche politico. L’Ungheria lamenta una tempistica sospetto nell’approvazione parlamentare del testo della legge, arrivata proprio dopo il benestare di Budapest al prestito da 18 miliardi di euro che l’Unione Europea farà all’Ucraina. In questo modo, il governo Zelensky ha schivato in anticipo i rifiuti e i confronti con Orban. Ma anche in Romania protestano: è giunto persino un comunicato del Ministero degli Esteri, che definisce come “inaccettabile e offensivo” il fatto che gli ucraini non abbia tenuto conto di quanto raccomandato dalla Commissione di Venezia, che è l’organo consultivo del Consiglio d'Europa e che pure la Commissione Europea ha citato nella sua opinione in merito formultata il 17 giugno. Lo stesso ministro degli Esteri romeno Bogdan Aurescu ha comunicato al collega ucraino Dmytro Kuleba che l’adozione di questa nuova legge è qualcosa di “deplorevole”. L’europarlamentare romeno Rare? Bogdan l’ha definita “ingiusta e offensiva” e si augurato che alla fine Zelensky non la promulghi.
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