Pure sul Financial Times viene ammesso che la situazione delle riserve militari ucraine sta pericolosamente scivolando sotto la soglia minima. Gli attacchi russi proseguono, a Mosca le munizioni non mancano, a Kiev invece sì. Oleksiy Melnyk, ex tenente colonnello dell’aviazione ucraina che oggi dirige il thin tank Razumkov Centre dice che non è una buona strategia quella di provare a prevedere quando la Russia finirà i suoi missili probabilmente. A sua volta il Financial Times dice infatti l’esercito ucraino sta consumando missili e proiettili a “ritmi allarmanti” ai quali i magazzini e i produttori degli alleati euroatlantici non riescono a star dietro. Yuriy Ignat, portavoce delle Forze aeree ucraine, comunica che occorrono centinaia di razzi per le piattaforme Nasams e Iris-T se si vuole conservare una qualche difesa dagli attacchi mirati dei russi. Rincara la dose Mick Ryan, ex maggior generale delle Forze armate australiane, secondo cui nel 2023 l’Ucraina potrebbe finire i proiettili addirittura prima che venga effettivamente sconfitta sul campo. D’altro canto, i dati che Ryan riporta parlano chiaro: gli ucraini sparano 5mila proiettili al giorno, mentre i loro alleati americani ne fabbricano 14mila al mese. Il dato europeo non è disponibile, ma non sposterebbe comunque l’equilibrio.
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strumentipolitici.it le-munizioni-dellucraina-stanno-finendo-in-fretta-biden-concedera-davvero-i-patriot