La questione della nuova strategia russa di colpire le infrastrutture elettriche dell’Ucraina - ormai non così nuova perché è stata attuata a partire dal mese di ottobre - si sposta oggi sul modo in cui possano essere riparate queste ultime. Dall’Occidente, dalle banche come BERS e dai fondi come l’EFSD, sono già state disposte tranche da centinaia di milioni di euro, ma come verranno spesi dalle autorità ucraine? Il problema è che usare questi soldi per importare i pezzi di ricambio non è semplice come sembra perché tali pezzi non esistono o non sono facili da costruire e spedire a Kiev. In Ucraina, infatti, vi sono i trasformatori da 330 kw e 750 kW, quelli in funzione generalmente nelle ex Repubbliche sovietiche, mentre in Occidente si usano i 220 kW e i 400 kW. Una grande azienda come la Siemens, la quale potrebbe essere quella che fornisce i pezzi all’Ucraina, non si mette a fare i trasformatori da 750 kW da un giorno all’altro. E senza considerare un altro fattore essenziale, quello delle dimensioni di tali trasformatori. Si tratta di mostri da duecento tonnellate, evidentemente non spedibili via camion o treno... Insomma, vanno costruiti sul posto. Oppure potrebbe essere la Russia stessa a fornire pezzi e specialisti, ma questra strada è percorribile solo a patto di sedersi al tavolo dei negoziati con Mosca. Zelensky sarebbe disposto, pur di non lasciare gli ucraini al buio? Da Washington glielo lascerebbero fare?
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strumentipolitici.it ucraina-nuove-richieste-di-soldi-e-attrezzature-elettriche-ma-alcune-potrebbe-darle-solo-la-russia1