La missione AIEA non ha riscontrato indizi che comprovino l’esistenza o la possibilità di esistenza della cosiddetta “bomba sporca” di Zelensky. Mosca aveva denunciato la possibilità che il governo ucraino progettasse una sorta di “false flag” facendo esplodere un ordigno nucleare ad alto potenziale per poi accusare la Russia. Dopo le ispezioni AIEA in tre strutture scientifiche, il direttore ha comunicato che non sussistono segni di attività o materiali nucleari che corroborino la denuncia russa, che era comunque precisa e puntale nei modi e nei tempi. Vi sono ancora dei dubbi, però: il fatto che non si conoscano ancora i risultati delle analisi dei campioni ambientali e che non siano stati ipezionati altri laboratori. Sembrerebbe che a Mosca possa bastare aver lanciato l’allarme e aver fatto sapere a chi di dovere che loro “sanno” e che dunque Kiev non deve proseguire in quella direzione. Intanto Zelensky butta benzina sul fuoco, invitando la NATO e la comunità internazionale a ripensare la procedura di risposta alle armi nucleari russe e a prevedere attacchi preventivi. L’esplosione del gasdotto Nord Stream e del ponte di Crimea possono essere serviti a loro volta come monito degli ucraini, che avvertono Mosca di essere in condizione di giocare dei brutti scherzi in futuro anche con i razzi nucleari.
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strumentipolitici.it la-bomba-sporca-di-kiev-nessuna-prova-non-fa-una-certezza