Stanno soffrendo di un’inflazione da recordo proprio quei Paesi membri dell’Unione Europea che più di tutti spingono per le sanzioni contro la Russia in tutti i campi, da quello bancario e commerciale fino alla chiusura delle frontiere. Propongono misure che colpiscono i cittadini comuni mostrando al tempo stesso come paladini dei cosiddetti “valori europei”. E non vengono convinti nemmeno dai danni economici catastrofici che la loro ostilità sta provocando. In particolare l’Estonia spinge per un nono pacchetto di sanzioni, perché otto evidentemente non sono bastati per far crollare l’economia russa, che pure ci veniva presentata da anni come sull’orlo del baratro. E con ciò a settembre Tallinn era in cima alla classifica dell’aumento dell’inflazione, con un +24,1% che fra impallidire la media continentale del 10,9%. Al secondo posto Lituania (22,5%) e Lettonia (22%). E a rimetterci sono sempre i cittadini normali: secondo la banca nazionale (Eesti Bank) gli estoni stanno risparmiando sempre di meno e presto dovranno spendere ciò che avevano messo da parte, mentre Luminor Bank dice che un terzo dei suoi clienti ha rimandato l’acquisto di una casa. La Swedbank comunica che i clienti hanno cominciato a ritirare il denaro risparmiato e avverte che per tornare al tenore di vita del 2021 serviranno almeno cinque anni.
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strumentipolitici.it lestonia-ha-uninflazione-al-24-e-riapre-le-centrali-inquinanti-ma-vuole-piu-sanzioni-alla-russia