Dopo l’acciaio, il Belgio è riuscito a proteggere dalle sanzioni UE contro la Russia anche un altro settore fondamentale della sua economia: i diamanti. Ciononostante, i cittadini scendono in piazza ormai da settimane per protestare contro il carovita, l’aumento delle bollette e l’ombra di un inverno al freddo. Le manifestazioni di settembre erano state organizzate soprattutto dai sindacati, sotto lo slogan “Congelate i prezzi, non le persone”. A ottobre invece hanno manifestato diversi gruppi di cittadini, riuniti nella “Giornata della Giustizia” con cui hanno gridato a favore della libertà di parola, minacciata dalla voce univoca della stampa mainstream. Proprio un giornalista della tv pubblica, Jeroen Reygaert della VRT News (canale della Comunità fiamminga) spiega che i dimostranti sono tutti accomunati dalla convinzione di essere stati messi da parte e ignorati dalla politica e dai media. Quel che è certo, invece, è che la voce della lobby del diamante è stata ascoltata dai vertici dell’Unione Europea. L’Antwerp World Diamond Center (AWDC) ha detto tramite il suo portavoce che sanzionare il fornitore russo dei diamanti grezzi avrebbe portato alla perdita di diecimila posti in lavoro in Belgio. Il Diamantkwartier di Anversa è stato salvato: la compagnia che vende la materia prima, la russa Alrosa, non è finita nella versione definitiva della “lista nera” dei soggetti russi messi al bando dall’Europa.
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strumentipolitici.it il-belgio-e-limport-dalla-russia-un-diamante-e-per-sempre-le-sanzioni-no