Il presidente della Bulgaria Rumen Radev non cede alla pressioni di Bruxelles e degli europeisti interni, ma mantiene il suo orientamento verso gli interessi nazionali. Alcuni lo accusano di essere filorusso, ma non si vede come ciò possa essere qualcosa di negativo in sé: con la Russia vi sono interessi economici congiunti e fruttuosi, come la raffineria della Lukoil, la più grande dei Balcani, situata nella città portuale di Burgas. Con una deroga alle sanzioni UE, Sofia ha deciso di permettere fino a dicembre 2024 che le compagnie russe che trattano il carburante per autoveicoli possano stipulare contratti di fornitura con gli enti statali bulgari. In questa maniera la Bulgaria non deve affrontare l’emergenza a cui le sanzioni europee l’avrebbe condannata, cioè la mancanza di benzina per i mezzi pubblici che operano sul territorio nazionale nella sicurezza e nella sanità. Peraltro Lukoil ha in Bulgaria una rete di più di 220 distributori e stazioni di servizio. In un’intervista alla BNR, la radio nazionale bulgara, il primo ministro Gălăb Donev si è detto fortemente dubbioso rispetto all’utilità e all’opportunità delle sanzioni anti-russe. Non chiede che vengano annullate, ma insiste affinché siano accuratamente vagliate e discusse, perché presentano sia dei pro che dei contro molto pesanti sull’economia continentale.
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strumentipolitici.it la-bulgaria-revoca-le-sanzioni-al-carburante-russo-e-si-rifiuta-di-armare-lucraina