In una serie di recenti dichiarazioni, il premier ungherese Victor Orbán ha precisato la sua visione del ruolo americano nella crisi ucraina. Già dalle parole usate all’inizio del suo mandato, “Sleepy Joe” Biden aveva esacerbato l’atmosfera in modo inutile, chiamando Putin assassino e criminale di guerra. Adesso è il momento di fermare le armi e sedersi al tavolo dei negoziati: ma a farlo non è l’Ucraina, ma devono essere gli Stati Uniti, che sono il vero contendente di questo conflitto con la Russia. Fermarsi sarebbe anche un modo per interrompere il tragitto che sta portando l’Europa a “cambiare padrone” a livello energetico: se prima i Paesi europei erano dipendenti dal gas russo, ora stanno diventando dipendenti dalle risorse americane, ma non è questo il futuro che vogliamo. Orbán invita gli europei a capire che tutta la situazione va a loro sfavore, mentre favorisce apertamente gli USA, e nemmeno la Russia ci sta rimettendo, perché nonostante le sanzioni e gli annunci ostili di Bruxelles, Mosca sta fatturando in sei mesi quanto di solito guadagnerebbe in un anno. Il primo ministro ungherese si stupisce amaramente che nessun leader europeo abbia tentato davvero di fermare la guerra: Orbán dice di essere stato l’unico a essere andato a Mosca in missione di pace, ma fa notare che la Germania potrebbe fare molto di più, essendo stata già capace nel 2014 sotto Angela Merkel di evitare il peggio.
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strumentipolitici.it lungheria-chiede-la-pace-e-lancia-una-consultazione-popolare-sulle-sanzioni-anti-russe