Il presidente boliviano Luis Arce ha tenuto un discorso di fuoco all’Assemblea generale delle Nazioni Uniti del 20 settembre. Sono passate due settimane, ma la sua eco non si è ancora spenta. Arce ha lanciato accuse molto pesanti a circostanziate agli Stati Uniti e ad altri Paesi colpevoli di ingerenze negli affari della Bolivia: la loro finalità è appropriarsi delle risorse minerarie e naturali del Paese sudamericano, e non soltanto le sue. Vi è infatti il cosiddetto “triangolo sudamericano del litio”, i cui lati sono formati dal Cile, dall’Argentina e appunto dalla Bolivia: è qui che si raggruppano le maggiori risorse di litio al mondo, ma il governo di La Paz è determinato a farle fruttare per il bene del suo popolo. Secondo il presidente Arce, l’avidità delle multinazionali e più in generale il sistema capitalistico stanno rovinando il pianeta e soprattutto i suoi abitanti, le cui tradizioni e culture vengono gradualmente sradicate per fare posto al dominio corporativo. Occorre invece tornare “all’armonia con Madre Terra” e attuare un piano globale per dare condizioni migliori ai piccoli produttori agroalimentare e sicurezza nutrizionali ai Paesi a rischio di carestia. La Bolivia, afferma Arce, è pronta a offrire la propria esperienza e le proprie competenze in merito.
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