Un recente sondaggio della Reuters/Ipsos ha mostrato come la fiducia dei cittadini americani nell’azione di Biden in politica estera sia in netta discesa. Ora è solo poco più della maggioranza degli americani a volere che Washington insista nel dare a Zelensky armi e supporto fino a che i russi non si saranno completamente ritirati. Ed è solo il 26% del popolo che darebbe la sua approvazione a un intervento diretto delle “United States Armed Forces” contro l’esercito della Federazione Russa. Fra i favorevoli alla politica di Biden la maggioranza è ovviamente composta dai democratici, ma non è così larga. Dunque è possibile che il motivo dell’accelerata della Casa Bianca nella fornitura di aiuti militari sia proprio il timore di perdere il consenso popolare a ridosso delle elezioni di metà mandato, che si terranno l’8 novembre. Un risutato negativo per Biden potrebbe significare un inevitabile cambio di strategia e di posizionamento rispetto all’Ucraina, alla Russia e agli teatri in cui gli USA sono impegnati con uomini e mezzi. Un segnale estremamente forte del coinvolgimento americano in Ucraina potrebbe arrivare nelle prossime settimane: esso consisterebbe nell’assegnazione di un nome specifico alla missione di aiuto mandata da Washington a beneficio di Kiev. Questo gesto simbolico e sotto molti aspetti anche pratico è già stato fatto in Iraq e in Afghanistan e ha sempre comportato l’invio dei militari americani sul campo in assetto da battaglia (Operation Iraqi Freedom, Operation Enduring Freedom, Operation Freedom’s Sentinel).
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strumentipolitici.it washington-accelera2-sulla-guerra-per-procura-fatta-combattere-allucraina