La questione dei fondi per il recupero post-pandemia, che vede ormai da molte settimane contrapposti Bruxelles e Varsavia, sembra si stia allargando a uno scontro politico a tutto campo. Le critiche dei politici polacchi piovono sulla stessa Unione Europea. Alcuni ci vanno giù molto pesante: il segretario generale del partito di Krzysztof Sobolewski ha usato una metafora bellica piuttosto esplicita, dicendo che se la UE sta cercando di bloccare i pagamenti e la Commissione fa pressioni sulla Polonia, allora si tireranno fuori “tutti i cannoni del nostro arsenale” e si risponderà “con un fuoco di sbarramento”. In altre parole, Varsavia è pronta a usare l’arma del diritto di veto per bloccare a sua volta le decisioni europee. L’ex premier Jarosław Kaczyński, oggi vicepresidente del Consiglio dei Ministri, suggerisce l’esistenza di un piano europeo per far sì che la Polonia stia sotto il dominio economico-politico della Germania; anzi, Germania e Russia potrebbero volersi dividere l’Europa. Secondo Kaczyński, una Polonia forte e compatta a livello sociale, politico e militare è un ostacolo per questo progetto. I partiti di opposizione si lamentano invece che il governo voglia effettuare la “Polexit”, l’uscita della Polonia dall’Unione Europea, ma a Varsavia smentiscono categoricamente, sottolineando invece che l’intenzione del governo è riformare la UE dall’interno, rendendola una vera unione di nazioni europee.
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strumentipolitici.it la-polonia-non-cede-alla-commissione-europea-lo-scontro-si-infiamma