Ha creato sgomento e sorpresa l’uscita di Kiribati dal Foum del Pacifico, il PIF, l’organizzazionale regionale degli Stati insulari alle prese con un lungo periodo di turbolenza e polemiche. È stata accusata la Cina di aver manovrato per togliere un elemento al Forum, vicino come posizioni ad Australia e Nuova Zelanda, e allargare la sua influenza sull’area, dopo aver già concluso un accordo importante con le Isole Salomone.Wang Wenbin, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato che Cina e PIF hanno intrattenuto per anni rapporti di collaborazione e che mai la Pechino ha interferito nelle cose interne dei suoi Stati membri, né lo ha fatto stavolta con Kiribati. Ma a Tarawa Sud vi è chi non crede a questa versione “innocentista”: Tessie Lambourne, deputata, ex ambasciatrice a Taiwan ed ex Segretario di Gabinetto, non si fida: secondo lei, i motivi dell’uscita comunicati dal presidente Taneti Maamau sono delle scuse per nascondere la vera ragione, cioè l’avvicinamento a Pechino, frutto di finanziamenti, promesse e pressioni da parte cinese. “Che cosa otterrà adesso Kiribati dal non essere più membro del Forum?” si chiede la Lambourne. Perché abbandonare la grande famiglia del Pacifico? Simon Kofe, ministro degli Esteri di Tuvalu, si è detto rattristato e sorpreso e ha affermato che i Paesi del PIF dovrebbero riflettere sui problemi che ha evidenziato Kiribati.
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