Sempre più rifugiati ucraini fanno ritorno alle loro case: è quanto emerge dalle cifre comunicate dal Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera: con 37mila persone al giorno in media, partendo da Polonia e Romania e passando anche dalla Moldavia più di 2,5 milioni di profughi sono tornati in Ucraina. Varsavia però è sotto i riflettori delle associazioni umanitarie che criticano il suo atteggiamento verso quelli che sono scappati dalla guerra ma senza avere il passaporto “gialloblu”. Lavoravano e vivevano regolarmente in Ucraina ma erano semplici immigrati e non cittadini: per questo motivo ora dovranno regolarizzarsi in Polonia oppure cercare un’altra destinazione, ma sono ben 100mila individui. La questione si innesta sui contrasti fortissimi che Bruxelles e Varsavia avevano avuto lo scorso autunno quando quest’ultima ha iniziato a edificare un “muro anti-migranti” di 180 chilometri (tuttora in costruzione) per fermare l’esodo dalla Bielorussia. Ora Bruxelles ha approvato la tranche del PNRR a favore della Polonia, ma numerosi eurodeputati accusano: questi fondi sarebbero solo merce di scambio per far accogliere a Varsavia quanti più ucraini possibile. Pure la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) si è interessata alla vicenda e ha interpellato in merito la presidente della Commissione von der Leyen. Dal Parlamento Europeo fanno notare poi che non sono ancora state fatte quelle riforme a livello giudiziario che la UE aveva chiesto in maniera decisa alla Polonia, che sta attualmente ignorando 20 sentenze della Corte di giustizia europea.
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