Dopo le elezioni politiche che hanno visto la larga affermazione del “tandem” presidenziale Marcos-Duterte, la politica interna e quella estera delle Filippine dovrebbero proseguire sulla medesima linea dell’ex presidente Rodrigo Duterte. Dunque una certa vicinanza con la Cina e una posizione fortemente critica verso gli USA, con tutta la serie di incognite legate alla vittoria di quello che è il figlio di colui che governò il Paese per più di vent’anni, anche con la legge marziale: Ferdinand Marcos Sr. Per tramite di associazioni come GABRIELA e US Filipinos for Good Governance, i filippini che vivono in Canada e negli Stati Uniti hanno dimostrato la loro “estrema delusione” a seguito della telefonata di congratulazioni fatta da Biden al neo-presidente Ferdinand "Bongbong" Marcos Jr. L’intento probabilmente è quello di riportare appena possibile le Filippine nell’ambito della tradizionale amicizia fra i due Paesi, nella quale gli USA sono da sempre una sorta di fratello maggiore. Ma i filippini del Nord America non perdonano a Bongbong l’eredità familiare e temono di vedere vanificati i loro sforzi per avere giustizia dei danni commessi dal padre nel suo periodo di governo (o dittatura, secondo molti), dal 1965 al 1986. Lo stesso Bongbong non va negli USA da molti anni perché con la Corte distrettuale delle Hawaii la sua famiglia ha ancora in ballo un contenzioso da 2 miliardi di dollari di risarcimento alle vittime di Marcos senior. Ora che è diventato presidente, però, una sua visita ufficiale a Washington sarebbe nell’ordine naturale delle cose, dunque come fare? Per adesso il Dipartimento di Giustizia americano non ha specificato se gli verrà garantita l’immunità diplomatica.
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strumentipolitici.it filippine-biden-si-congratula2-col-nuovo-presidente-marcos-critiche-dai-filippini-negli-usa