I costi e l’effettiva necessità di un nuovo sistema missilistico sono i due argomenti su cui da alcuni anni si scontrano i politici e gli esperti americani, oltre che la pericolosità insita in questo tipo di armamento. Il dibattito è tornato nel 2022 prima con il mandato per l’ennesimo studio sui rischi e sui benefici del nuovo sistema, poi con il nome assegnato dall’Air Force al missile, che alla denominazione tecnica di LGM-35 affianca adesso il nome popolare di “Sentinel”. La scelta è caduta sulla “sentinella” perché dà al pubblico americano un’idea positiva, un’immagine di una guardia costante sui confini nazionale, un nome che secondo gli esperti è al passo coi tempi e facile da capire. Ma le contestazioni specifiche riguardano il concetto stesso di missile balistico intercontinentale basato a terra, che secondo personaggi del calibro di William Perry, ex Segretario della Difesa sotto Clinton, è qualcosa di estremamente pericoloso perché può scatenare una guerra nucleare accidentale. I soldi spesi per rinnovare questa componente della “triade nucleare” americana (gli altri due elementi sono i missili da sottomarino e gli ordigni lanciati dagli aerei) potrebbero secondo Perry essere più efficacemente essere spesi per mantenere il vantaggio competitivo delle forze convenzionali ed essere pronti a combattere le minacce terroristiche e informatiche. La spesa complessiva per il Sentinel è di alcune centinaia di miliardi di dollari.
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