La Pasqua ortodossa può cadere fino a cinque settimane dopo quella cattolica a causa della differenza nei metodi di calcolo utilizzati dalle due tradizioni cristiane. Mentre la Chiesa cattolica e la maggior parte delle Chiese protestanti seguono il calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582, le Chiese ortodosse utilizzano ancora il calendario giuliano, più antico e con uno scarto di circa 13 giorni rispetto a quello gregoriano.
Il calcolo della data pasquale si basa sulla regola stabilita dal Concilio di Nicea nel 325 d.C., secondo cui la Pasqua deve cadere la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Tuttavia, le differenze tra i due calendari e le diverse interpretazioni della regola fanno sì che la Pasqua ortodossa spesso cada in una data successiva rispetto a quella cattolica, talvolta anche con un divario di cinque settimane.
Questa discrepanza porta a situazioni in cui, in alcuni paesi con comunità cristiane di diverse tradizioni, la Pasqua viene celebrata in momenti molto distanti. Ad esempio, in nazioni come la Grecia, la Russia, la Serbia e la Romania, la Pasqua segue il calendario ortodosso, mentre in paesi occidentali come l'Italia, la Spagna e la Francia, si celebra secondo il calendario cattolico. Tuttavia, in alcuni anni, le due celebrazioni coincidono, creando un raro momento di unità tra le diverse confessioni cristiane.