L'usanza di porre monete sugli occhi dei defunti è una pratica funeraria diffusa in molte culture antiche, con lo scopo di fornire al defunto una sorta di "obolo" per pagare il traghettatore dell'aldilà e assicurarsi un passaggio sicuro verso l'oltretomba.
Nella mitologia greca, il traghettatore dell'aldilà era Caronte, che trasportava le anime dei defunti attraverso il fiume Stige verso l'Ade. Per poter salire sulla barca di Caronte, era necessario pagare un obolo, una piccola moneta che veniva tradizionalmente posta sotto la lingua o sugli occhi del defunto.
L'usanza di porre monete sugli occhi dei defunti non era esclusiva della cultura greca. Pratiche simili sono state riscontrate anche in altre culture antiche, come quella egizia, romana, celtica e germanica. In alcune culture, le monete venivano poste in altre parti del corpo del defunto, come le mani o i piedi.
Il significato simbolico di questa usanza variava a seconda della cultura. In generale, si credeva che le monete potessero aiutare il defunto a superare le difficoltà del viaggio verso l'aldilà e a ottenere un posto nel regno dei morti. In alcune culture, le monete avevano anche un valore protettivo, allontanando gli spiriti maligni e assicurando la pace eterna del defunto.
L'usanza di porre monete sugli occhi dei defunti è un'antica tradizione che si è tramandata per secoli, testimoniando la preoccupazione dell'uomo per la vita dopo la morte e la sua volontà di accompagnare i defunti nel loro ultimo viaggio. Anche se oggi questa pratica è meno diffusa, essa rimane un'importante testimonianza delle credenze e delle usanze funerarie delle culture antiche.