Nell'antica Sparta, il matrimonio era un evento carico di significati simbolici e rituali. Le donne, prima di sposarsi, si rasavano la testa e indossavano abiti maschili, in una sorta di transizione verso il loro nuovo ruolo di mogli. Questo cambiamento di aspetto aveva lo scopo di simboleggiare il passaggio dalla giovinezza all'età adulta e la preparazione alla vita matrimoniale.
Dopo essersi rasata la testa e vestita da uomo, la donna spartana veniva "rapita" dal futuro marito, che la portava di nascosto nella sua casa. Qui, i due novelli sposi consumavano il matrimonio, spesso in segreto e lontano dagli occhi della comunità. Questo rituale del "rapimento" aveva lo scopo di sottolineare l'unione tra i due, sancita non solo dal legame affettivo, ma anche dalla legge e dalla società spartana.
Il matrimonio a Sparta era considerato un legame indissolubile, finalizzato alla procreazione di figli sani e forti, futuri guerrieri per la città. Le donne spartane, pur non partecipando direttamente alle attività militari, avevano un ruolo fondamentale nella società: educare i figli e gestire la casa, in assenza dei mariti spesso impegnati in guerra. Il loro contributo era essenziale per la stabilità e la prosperità di Sparta.
Questa usanza matrimoniale spartana, per quanto possa sembrare strana ai nostri occhi, era profondamente radicata nella cultura e nelle tradizioni di Sparta. Le fonti storiche, come Plutarco e Senofonte, ci forniscono preziose informazioni su questo rituale, che ci permette di comprendere meglio la mentalità e i valori di questa antica società greca.