Nell'antica Roma, il sudore dei gladiatori, figure iconiche di forza e coraggio, veniva considerato un ingrediente speciale con proprietà afrodisiache e cosmetiche. Le donne dell'alta società romana, affascinate da questi uomini valorosi, erano disposte a pagare cifre considerevoli per ottenere una fiala di questo "elisir".
Il sudore dei gladiatori veniva associato alla virilità e alla forza combattiva. Si credeva che avesse la capacità di risvegliare la passione e aumentare il desiderio sessuale. Le donne romane lo utilizzavano per profumare la pelle o lo aggiungevano a pozioni d'amore, nella speranza di conquistare il cuore dell'amato. Una vera e propria "pozione magica" per sedurre e affascinare.
Oltre alle proprietà afrodisiache, al sudore dei gladiatori venivano attribuite anche virtù cosmetiche. Si pensava che potesse rendere la pelle più liscia, luminosa e giovane. Alcune donne lo utilizzavano come una sorta di tonico o lo aggiungevano a creme e unguenti. Un rimedio di bellezza naturale, legato all'immagine di uomini forti e invincibili.
Il commercio di sudore di gladiatori era piuttosto diffuso nell'antica Roma. Mercanti specializzati, spesso legati agli ambienti dei gladiatori, raccoglievano il sudore durante gli allenamenti o i combattimenti nell'arena e lo vendevano in piccole fiale. Il prezzo di queste fiale poteva variare a seconda della fama del gladiatore e della presunta efficacia del prodotto, trasformando questa pratica inusuale in un business redditizio.