Nel Medioevo, i duelli giudiziari, noti anche come "ordalie" o "giudizi di Dio", erano una pratica legale diffusa in diverse parti d'Europa. Si trattava di un metodo per risolvere dispute, sia civili che penali, attraverso un combattimento tra le parti contendenti o i loro campioni.
Alla base dei duelli giudiziari vi era la credenza che Dio sarebbe intervenuto per dare la vittoria al giusto. Si riteneva che il combattimento fosse una sorta di "giudizio divino", in cui la superiorità fisica di un contendente rifletteva la sua innocenza o la sua ragione. Era un modo per affidare la risoluzione delle dispute alla volontà divina, piuttosto che alla valutazione delle prove o al dibattimento tra le parti.
I duelli giudiziari seguivano un rituale codificato, con regole precise. Le armi utilizzate potevano variare, ma spesso si trattava di spade, lance, mazze o bastoni. Il combattimento si svolgeva in un luogo designato, di solito un'arena o un campo di battaglia, alla presenza di un giudice e di un pubblico. Prima di iniziare, i contendenti giuravano di dire la verità e di combattere lealmente.
I duelli giudiziari sono stati oggetto di numerose critiche nel corso dei secoli. Molti li consideravano una pratica barbara e ingiusta, che premiava la forza fisica piuttosto che la ragione. Nel corso del tempo, la Chiesa e alcuni sovrani cercarono di limitare o abolire i duelli giudiziari, ma questa pratica rimase diffusa fino al tardo Medioevo, quando venne gradualmente sostituita da altri metodi di risoluzione delle dispute.