Siamo in una settimana cruciale per il futuro del mercato del petrolio. Si sarebbe dovuto tenere questo martedì il meeting virtuale tra i produttori, per decidere se e fino a quando estendere i tagli alla produzione. Ma il summit OPEC+ è stato rinviato a giovedì, perché non c'è intesa sul da farsi.
Lo scenario sul mercato del petrolio
I tagli varati in Primavera hanno consentito al mercato del petrolio di rimanere a galla durante i durissimi mesi della crisi pandemica. Non ci si può dimenticare che ad aprile il prezzo del WTI è addirittura scivolato in territorio negativo. All'epoca chi adottava una strategia opzioni binarie 60 secondi, ha fatto un bel gruzzolo puntando sui ribassi.
Da allora la situazione è decisamente migliorata, e adesso le quotazioni sono riuscite a varcare i 40 dollari al barile.
L'ultimo impulso l'ha dato la notizia della scoperta dei vaccini anti-Covid, che hanno fatto ipotizzare una ripresa economica più robusta, e quindi una maggiore domanda di petrolio.
Idee diverse all'interno del cartello
Proprio gli ultimi sviluppi hanno creato qualche divergenza di vedute tra i Paesi del cartello. I preparativi per l'incontro sono stati segnati da nuove crepe nei rapporti tra i principali membri (qui c'è la classifica dei produttori di petrolio).
L'Arabia Saudita è a favore di un'estensione dell'attuale livello di tagli alla produzione di petrolio. L'altro grande produttori, la Russia (che è estranea all'OPEC) propende invece per un graduale aumento della produzione a partire da gennaio. Diversa è anche la posizione degli Emirati Arabi Uniti, che si rende disponibile ad allungare il periodo di tagli produttivi, ma solo se tutti gli altri membri dell'OPEC rispetteranno i loro tagli.
Uno dei punti delicati riguarda proprio il rispetto da parte dei membri delle riduzioni, ma anche il pagamento dei risarcimenti promessi da quei produttori che in precedenza hanno superato i limiti di fornitura.
Alla fine è stato il ministro algerino dell'Energia, Abdelmadjid Attar, a chiedere un rinvio.
L'accordo in vigore
L'accordo concordato qualche mese fa prevede che i Paesi dovranno diminuire gli attuali tagli alla produzione di 2 milioni di barili al giorno a partire da gennaio. Ma nel frattempo c'è stata la seconda ondata di pandemia, che non ha permesso alla domanda di aumentare.
Scorte ancora elevate
Va detto che le novità riguardo ai vaccini, comunque non saranno in grado di cambiare lo scenario nei prossimi due mesi. La domanda potrà crescere solo tra qualche tempo, quando il mondo si metterà sulla strada di una reale ripresa economica. Prima di allora, il cartello dovrà fare il possibile per ridurre le scorte accumulate in questi ultimi mesi.