Fino a pochi anni fa la forza trainante dell'economia europea era la marcia robusta dell'industria tedesca, i cui marchi più celebri (soprattutto quelli dell'automobile) dominavano tanti in Europa quanto nel mondo. Oggi lo scenario si è drasticamente capovolto, perché molte di quelle aziende sono sulle prime pagine dei giornali per via della crisi e dei conflitti sociali che le coinvolgono.
L'ascesa e declino di una grande industria
La Germania non è riuscita a superare le difficoltà che hanno coinvolto l'economia globale dallo scoppio del Covid in poi, ma ci è addirittura finita dentro fino al collo sprofondando in una crisi "molto molto seria", come l'ha definita l'economista direttore di IFO Clemens Fuest.
Il grafico three line break dei profitti, che una volta viaggiava in alto, si è sgonfiato. Gli investimenti sono stati drasticamente ridotti e i posti di lavoro vengono tagliati perché alcuni stabilimenti vengono addirittura chiusi. Lo scenario dell'industria tedesca attualmente è desolante.
I motivi della crisi
Le ragioni che hanno innescato questo brusco cambiamento di rotta sono molteplici, e si sono intrecciate negli ultimi anni in modo assai complesso. Proprio la forza dell'Industria tedesca ha finito per rallentare il processo di riforme e di adeguamento ai nuovi mercati dei quali aveva bisogno. La burocrazia si è appesantita, la digitalizzazione ha proceduto a rilento e gli investimenti sono stati sacrificati per evitare nuovo debito. Poi sono arrivati il Covid e la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, che hanno dato il colpo di grazia alle speranze di ripresa.
Una lunga lista di marchi in crisi
Il panorama desolante dell'Industria tedesca è nel lungo elenco delle aziende in crisi, a cominciare da quelle che un tempo erano considerati il motore pulsante dell'economia Europea. In particolare è il settore automobilistico ad aver sofferto di più. I giganti dell'indice DAX 40 come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz stanno tagliando posti di lavoro, riducendo la produzione e chiudendo le fabbriche.
Anche il settore chimico (BASF su tutti) sta soffrendo tantissimo, così come quello dell'acciaio (Thyssenkrupp). Tutti avvolti dentro una spirale negativa, che sta avendo forti ripercussioni sociali e sta creando tensioni sindacali inimmaginabili fino a poco tempo fa.