Arriva come una stoccata improvvisa la decisione della FED di tagliare il costo del denaro di 50 punti base. Powell ruba così la scena ai ministri del G7 con l'annuncio di una manovra accomodante, decisa all'unanimità dal board dell'istituto centrale americano.
La Fed e il costo del denaro
Quello che scuote i mercati non è tanto il taglio in sé, che porta il costo del denaro tra 1-1,25%, quanto il fatto che sia stato deciso con una riunione di "emergenza" (la prima dal 2008) soltanto una settimana prima del meeting già programmato. La mossa quindi diventa dirompente, se non altro perché lancia il chiaro messaggio/invito alle altre banche centrali di fare altrettanto (se è per questo la RBA australiana lo aveva già fatto nel corso della notte, tagliando i tassi di interesse per la quarta volta quest’anno, portandoli allo 0,5%).
Nonostante questo però, l'annuncio a sorpresa del taglio dei tassi non è riuscito a dare la scossa ai mercati, se non per un brevissimo lasso di tempo. Come si può vedere su qualsiasi piattaforma online trading forex e non solo, Piazza Affari dopo aver toccato il picco del +2,6% (subito dopo l’annuncio di Powell), ha poi rallentato di colpo. Le Borse europee sono riuscite comunque a chiudere in territorio positivo una seduta caratterizzata da forte volatilità, mentre Wall Street non sembra accontentarsi del taglio del costo del denaro della Fed e perde terreno dopo una fiammata iniziale.
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Piazza affari zavorrata dai bancari
A Milano, il FTSEMib ha terminato la giornata in crescita dello 0,43% a 21.748 punti, dopo aver toccato anche un massimo di 22.340 punti. Il FTSE Italia All Share ha recuperato lo 0,47%. Bene anche FTSE Italia Mid Cap (+0,79%) e FTSE Italia Star (+1,47%). Complessivamente, su 434 titoli trattati, 333 hanno registrato una performance positiva, mentre i segni meno sono stati 97; invariate le restanti quattro azioni. A zavorrare il listino milanese è soprattutto il comparto del credito, dove spicca il crollo di Banco Bpm che perde dell'8,2% dopo la presentazione del piano. Male anche Unicredit (-4,2%) e Bper (-2,3%). Del resto il fatto di finanziarsi a un costo più basso non è una bella notizia per le banche, che vivono e prosperano sul prestito del denaro, che con tassi più bassi rende evidentemente molto di meno e comprime i loro profitti.
In generale in Europa gli acquisti hanno premiato soprattutto le società delle materie prime, delle costruzioni, dei servizi finanziari e dei viaggi.