Come quasi tutte le valute del G10, anche il dollaro canadese ha guadagnato terreno sul suo "collega" americano, raggiungendo il livello massimo da una settimana. In realtà più che la forma propria del Loonie (come viene chiamata la valuta canadese in gergo), ad imprimere la direzione al rapporto di cambio è stata soprattutto la debolezza del greenback americano.
La pressione sul dollaro usa favorisce quello canadese
Il crescente sostegno tra i legislatori democratici per perseguire l'impeachment del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha zavorrato notevolmente il biglietto verde. Proprio questo evento pare essere stato il principale driver della giornata. Il mercato interpreta la crescente probabilità dell'impeachment di Trump come un fattore negativo per il greenback. Il dollaro canadese ne ha approfittato, toccando quota 1,3238 con il biglietto verde, raggiungendo il massimo infragiornaliero dal 16 settembre.
Ad aumentare la pressione sul dollaro USA ci hanno poi pensato i dati sulla fiducia dei consumatori statunitensi, che è diminuita a settembre. Secondo il report del Conference Board (CB), a settembre l'indice è sceso a 125,1, contro l'aspettativa di mercato di 133,5. Questo ha finito per alimentare le preoccupazioni dei mercati, circa l'indebolimento dell'economia degli Stati Uniti. Dopo aver chiuso gli ultimi sei giorni in territorio negativo, il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni martedì ha esteso la caduta perdendo quasi il 4%, esercitando un'ulteriore pressione sull'indice del dollaro USA (DXY).
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Petrolio, commercio e loonie
Nel frattempo, il prezzo del petrolio, una delle maggiori esportazioni canadesi, è crollato dopo che Trump ha riacceso i timori che il conflitto commerciale sino-americano, che ha ridotto la domanda di energia, sia tutt'altro che finito. Come si può vedere sui migliori siti di trading, il barile del West Texas Intermediate ha perso circa il 2% nel corso della giornata, e questo ribasso ha impedito al Loonie, sensibile alle materie prime, di sovraperformare l'USD.
La spinta al loonie è giunta anche dal report sul commercio all'ingrosso, che nella giornata di lunedì ha sostenuto le previsioni secondo cui la Banca del Canada lascerà invariati i tassi di interesse quest'anno. Le probabilità di un taglio dei tassi entro dicembre sono scese a circa il 30% da oltre il 90% all'inizio di questo mese.