La nuova escalation che sta avvenendo riguardo alla guerra commerciale fà ancora fanni allo Yuan. La valuta cinese infatti è scesa fino a un minimo di 10 anni nei confronti del dollaro, e la situazione non sembra essere affatto vicina a una soluzione.
La guerra dei dazi e lo yuan
La situazione è molto delicata. Da un lato ci sono gli Usa che potrebbero presto varare nuove tariffe che andrebbero a colpire i restanti 257 miliardi di import cinesi non ancora colpiti. Dall'altro c'è la Cina, che potrebbe dimezzare le tasse sulle auto per tenere vivo il mercato, ma anche operare una svolta tramite le autorità di vigilanza. Queste ultime infatti potrebbero garantire la liquidità degli scambi, favorendo piani di riacquisto di azioni proprie (buy-back) e operazioni di fusione e acquisizione per le società quotate. Mosse e contromosse quindi, come quella della People’s Bank of China, che nei giorni scorsi ha ridotto la banda di oscillazione dello yuan.
Questa situazione tesa sta facendo sentire i suoi effetti proprio sulla valuta cinese. Lo yuan (CNY) è infatti sceso ai minimi dal 2008 nei confronti dell’USD, toccando quota 6,9641 e con l'awesome oscillator forex trading che manda ancora segnali di debolezza della valuta cinese. Ormai la coppia di valute è a un passo dal livello 7.00, da fortissimo valore psicologico. Da quando in primavera è cominciata questa battaglia tariffaria, la svalutazione dello yuan è giunta al 10% contro il dollaro.
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Il Vertice
Vista la situazione, non stupisce il fatto che i mercati stiano tutti aspettando con ansia l'esito dei colloqui del 30 novembre fra il presidente Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping. Se dovesse esserci un fallimento, allora scatterà la nuova ondata di dazi USA per un valore totale di $257 miliardi.
Bisogna considerare bene che una situazione del genere non coinvolge certo soltanto Stati Uniti e Cina. Gli effetti infatti si riverserebbero a cascata sull'intera economia globale, cominciando ovviamente da quelle economie (le emergenti) che più di tutte sono già provate dalla lunga crisi. Non è un caso se il Fondo monetario Internazionale ha ammonito proprio riguardo ai rischi che una escalation nella guerra tariffaria potrebbe portare sull'intera crescita economica globale. Nessuno quindi potrebbe sentirsi escluso dalle conseguenze di un inasprimento di questa situazione.