L'allenamento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina ha fatto sentire i suoi effetti benevoli anche sul Dollaro neozelandese, che ha vissuto un lunedì positivo sui mercati valutari. Il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha detto che nel weekend è stato raggiunto un accordo per sospendere temporaneamente la guerra commerciale tra Washington e Pechino, il che significa che le varie tariffe commerciali annunciate a marzo non entreranno ancora in vigore. Tutto questo è subordinato agli sforzi dei due paesi per ridurre il deficit commerciale bilaterale.
Questo clima più disteso ha rimosso un'importante fonte di preoccupazione geopolitica nel mercato. Per questo motivo sono state spinte le attività rischiose. Il Dollaro neozelandese e altre valute legate alle materie prime non hanno fatto eccezione, registrando un buon aumento nella sessione odierna. Basta vedere un qualsiasi operatore della Consob lista migliori broker forex autorizzati per verificarlo.
Il futuro del dollaro neozelandese
Ad ogni modo questo non vuole dire che i principali fattori che hanno innescato la debolezza del Dollaro neozelandese in questo 2018 sono stati cancellati. Anzi molti prevedono che la tendenza al ribasso riprenderà presto. Il "kiwi dollar" ha visto un buon inizio dell'anno quando è salito di oltre il 5% rispetto al dollaro USA durante le otto settimane fino a febbraio, ma da quel momento ha restituito tutti quei guadagni, tanto che il bilancio complessivo dell'anno dice -2,7%.
Questo è dovuto al fatto che i tassi di interesse a breve termine sono tornati ad essere uno dei driver dominanti dei mercati valutari, come del resto sa bene chi sa come fare trading sicuro Forex. Mentre ci si attende una Federal Reserve più intenta a spingere il tasso verso l'alto nel resto del 2018, le prospettive di politica monetaria della Bank of New Zealand si sono invece progressivamente attenuate negli ultimi mesi. Dopotutto, l'inflazione neozelandese è rimasta al di sotto del punto mediano dell'obiettivo RBNZ dall'1% al 3%, e non ci si attende una maggiore pressione sui prezzi nel prossimo futuro. La RBNZ non sarà in grado di alzare il proprio tasso di liquidità dal suo attuale minimo storico dell'1,75% fino a quando l'inflazione non riprenderà, il che potrebbe essere ancora uno scenario lontano.