Nelle settimane successive all'invasione della Russia in Ucraina, molti esperti economisti avevano previsto la necessità da parte di Mosca di concludere le operazioni militari in breve tempo, perché l'economia non avrebbe retto al contraccolpo di un lungo impegno bellico.
Le cose in realtà sono andate in modo diverso. Infatti dopo le iniziali difficoltà, l'economia russa non soltanto sta reggendo, ma addirittura è in crescita.
Come è cambiata l'economia russa
Sicuramente la vita dei cittadini russi è stata stravolta sotto molti punti di vista, ma sotto il profilo economico la Russia si è ripresa in fretta dal contraccolpo subito nell'immediatezza dell'invasione (che porta via uomini e quindi manodopera, e richiede spese statali fortissime per la campagna militare).
Nelle settimane successive all'inizio della guerra ci fu un crollo del rublo Russo, che aveva perso il 30% del suo valore rispetto al Dollaro. All'epoca qualunque pattern forex sembrava condannare la valuta russa ad una inesorabile discesa. Ma se guardiamo ad oggi, il tasso di cambio tra la valuta di Mosca e il biglietto verde americano è tornato ai valori che c'erano prima del conflitto, su quota 90,5 (anche se di recente il rublo beneficiato delle aspettative di un aumento dell'afflusso di valuta estera, legato al pagamento delle tasse da parte degli esportatori).
Peraltro l’indice MOEX Russia basato sul rublo si aggira vicino ai massimi di due anni. Inoltre il tasso di inflazione è sceso verso il 12,5% già lo scorso anno, e il grafico three line break non evidenza grandi differenze rispetto ai valori europei.
La crescita del PIL
L'economia russa non solo non è arretrata - alcuni economisti ipotizzavano un declino del PIL pari al 20% - ma addirittura ha vissuto una fase di crescita. Nel 2023, secondo diverse stime il prodotto interno lordo della Russia alla peggio sarà sceso del 2,5%, ma secondo il Fondo Monetario Internazionale c'è stata una crescita dello 0,7%.
L'industria manifatturiera russa ha segnato il maggior tasso di crescita dal 2017, e contemporaneamente il paese ha allargato il suo fronte di esportazioni verso Turchia, Kazakistan, Cina e India. In particolare L'India è diventata un partner privilegiato per quanto riguarda il commercio del petrolio. Proprio queste nuove alleanze danno forza all'economia russa, e rappresentano il maggiore ostacolo per la repressione occidentale.