Il processo di elettrificazione del sistema economico, fulcro della transizione energetica green, è senza dubbio il driver principale della domanda di alcuni metalli nel lungo periodo. Questo vale in particolare per il mercato del rame.
Eppure questa spinta non si è tradotta in una corsa altrettanto rapida del prezzo, ne' quello dei titoli dei principali operatori minerari quotati in borsa.
L'andamento del prezzo sul mercato del rame
Prima di addentrarci nel discorso, è bene evidenziare che proprio il rame, uno dei metalli più importanti del processo di elettrificazione, è sceso fino a 8.400 dollari per tonnellata. Significa che il prezzo è scivolato dell'11% rispetto a quello che aveva un anno fa.
Allo stesso tempo, non solo l'indicatore momentum rimane indirizzato al ribasso, ma anche l'indice di riferimento dei titoli dei maggiori operatori addirittura è sceso a livello minimo di vent'anni lo scorso mese di dicembre.
Ma perché sta accadendo tutto questo sul mercato del rame?
I driver che stanno agendo
Il principale driver che ha agito da freno sulle quotazioni del rame è la domanda cinese. All'inizio del 2023 c'era la convinzione che l'economia del Dragone, dopo le riaperture post-covid, sarebbe andata al galoppo. L'intero anno scorso ha invece raccontato lo scenario completamente diverso, in particolare per quanto riguarda il settore Real Estate locale, che rappresenta fino al 50% della domanda globale. Il calo della domanda ha così finito per bilanciare l'offerta sul mercato del rame, agendo al ribasso sul prezzo.
I riflessi sulle società quotate
A causa di questi problemi, diversi importanti player sul mercato del rame hanno dovuto rivedere al ribasso la propria guidance per il 2024. Ciò accade anche per l'aumento dei costi di estrazione, che diventa meno conveniente in un periodo in cui i prezzi non corrono. La complessità e i rischi connessi all'avvio di nuovi progetti estrattivi sarà una caratteristica anche del 2024, il che lascia immaginare uno swing trading del prezzo assai pronunciato.
I fattori esg
Non va dimenticato il fatto che le normative riguardo ai processi estrattivi si stanno facendo più stringenti, per via del rispetto dei vincoli esg. Ma avviare un nuovo progetto estrattivo che sia anche sostenibile, non porta alcun beneficio alle società per diversi anni. Questo riduce la capacità di restituire il capitale agli azionisti.
Soltanto se il prezzo del rame tornerà a salire, molte società si convinceranno ad avviare nuovi progetti che saranno necessari per soddisfare la crescente domanda di rame. Sotto questo aspetto, il 2024 potrebbe essere un anno decisamente migliore rispetto al precedente, tanto che secondo alcune stime il 2024 potrebbe essere il primo anno di deficit di offerta sul mercato del rame.