Il tema della transizione energetica continua ad essere estremamente dibattuto e presente nell'età contemporanea. Tuttavia, nonostante la sbandierata necessità di passare dal combustibile fossile alle energie alternative, le aziende petrolifere hanno fatto realizzare guadagni enormi ai loro azionisti nell'ultimo anno.
Le aziende petrolifere gonfiano i guadagni
Gli azionisti delle maggiori compagnie petrolifere globali hanno vissuto un 2022 meraviglioso, perché tra dividendi distribuiti e riacquisto di azioni proprie hanno ottenuto guadagni per oltre 104 miliardi di dollari.
Ma nonostante i profitti del 2023 dovrebbero essere in calo rispetto all'anno precedente, si stima che i guadagni degli azionisti di queste compagnie potrebbero addirittura crescere ulteriormente. Tutto questo in barba alla tanto sbandierata transizione verso un'economia green.
Cosa è successo negli ultimi due anni
Nel 2022 i guadagni delle compagnie petrolifere sono stati trainati dallo scoppio della guerra in Ucraina e dalla ripartenza dell'economia dopo la crisi da Covid. La crescita della domanda di carburante e la contemporanea interruzione dell'offerta russa, hanno fatto impennare i prezzi del petrolio (che era arrivato a lambire i 100 dollari al barile, alimentando le politiche di spread trading), tanto da spingere l'Unione Europea ad approvare un prelievo temporaneo sugli utili delle società energetiche che avevano ottenuto profitti superiori rispetto al 20% della media dal 2018 in poi.
Per dare un'idea di che cifre stiamo parlando, mentre l'intero settore del petrolio e del gas aveva guadagnato 1500 miliardi di dollari prima del covid, nel 2022 questa cifra ha superato i 4000 miliardi.
Il ruolo dei buyback
Anche se per il 2023 i leading indicators prospettano un calo dei profitti, gli investitori delle grandi compagnie petrolifere hanno ottenuto comunque sostanziosi guadagni grazie soprattutto alle operazioni di riacquisto di azioni proprie. Operazioni del genere le hanno fatte praticamente tutte le grandi società petrolifere, rendendo felici i propri investitori.
C'è un dato che fa venire i brividi, se si pensa quanto si parla della necessità di una transizione energetica. I 23 miliardi che Shell destinerà agli azionisti sono più di sei volte la spesa prevista per le fonti rinnovabili lo scorso anno. Da parte sua, BP ha annunciato a fine 2022 l’intenzione di fare nuovi investimenti nella produzione di petrolio e gas.