Chi si aspettava toni più morbidi ed ottimistici da parte della Federal Reserve si sbagliava di grosso. Dai verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria della Banca Centrale Americana emerge infatti che la preoccupazione riguardo all'alta inflazione è tutt'altro che sopita.
Fed tassi e inflazione
I funzionari dell'Istituto centrale americano hanno sottolineato che esistono ancora significativi rischi al rialzo per l'inflazione. Per questo motivo non escludono la necessità di dover procedere ad ulteriori ritocchi dei tassi di interesse.
Bisogna ricordare che nella riunione cui fanno riferimento questi verbali, la Federal Reserve decise di alzare il costo del denaro di 25 punti base, portandolo al 5,25%-5,50%, il livello più alto in oltre due decenni.
Quella mossa innescò una nuova fiammata del dollaro statunitense, che dopo la pubblicazione dei verbali ha di nuovo ricevuto una spinta al rialzo. Il Dollar Index ha Infatti superato nuovamente quota 103, mentre il cambio euro-dollaro è sceso di nuovo sotto 1,09 (dati presi da Consob broker autorizzati).
La battaglia contro l'inflazione
La maggior parte dei funzionari della Banca Centrale Americana concorda nel ritenere che l'economia americana sia avvolta da un elevato grado di incertezza, a causa degli effetti cumulativi sull'economia dei passati inasprimenti di politica monetaria. Tuttavia è prioritario cercare di ricondurre l'inflazione verso l'obiettivo del 2% fissato dalla FED.
Le prossime mosse riguardo ai tassi di interesse saranno comunque guidate dai dati macroeconomici che arriveranno. Non solo determineranno se sarà necessario un ulteriore irrigidimento della politica monetaria, ma anche in quale misura.
NB. quando si negozia il cambio del dollaro, bisogna anzitutto sapere come si traccia un supporto resistenza trading.
Niente recessione
Secondo i funzionari della Banca Centrale Americana è stato scongiurato il rischio di una recessione verso la fine dell'anno. Questo significa però che vedono ulteriori spazi di manovra per la politica monetaria.