La Turchia ha ricevuto dalla Russia una proposta molto allettante, anche se di realizzazione non semplice né immediata: diventare il centro di distribuzione privilegiato per il gas russo diretto in Europa. È stato lo stesso Vladimir Putin a proprorre questa idea a Recep Erdoğan, il quale ha subito accettato, pur riservando di rispondere in via definitiva dopo aver fatto analizzare i dettagli tecnici ai suoi specialisti. Si tratta di una mossa elegante da parte del leader russo, che in questo modo aggirerebbe il boicottaggio politico della UE per permettere ai Paesi europei che lo vogliono di continuare ad acquistare il combustibile russo. Non è qualcosa che si possa fare dall’oggi al domani, perché richiede grossi investimenti e probabilmente anche la cooperazione di diversi Stati per la gestione di alcune tratte di gasdotto: tuttavia, se venisse dato il via al progetto, sarebbe già un pesante segnale a Washington e a Bruxelles con cui la Turchia si sgancia ulteriormente dai diktat euroatlantici, e con essa altri Paesi del Vecchio Continente. Sul piano interno, poi Erdoğan ci guadagnerebbe enormemente. In primo luogo, in vista delle elezioni politiche del 2023, nelle quale potrebbe soffrire il malcontento dovuto alla gravissima inflazione di cui Ankara è vittima. Se effettivamente, poi, si realizzasse l’hub, la Turchia otterrebbe grossi affari e una rinnovata influenza sulle scelte dei Paesi europei, oltre a porsi come centro di scambio commerciale e politici anche per il Medio Oriente, i cui gasdotti verrebbero con tutta probabilità agganciati all’hub per rendere il prodotto finale più conveniente.
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