Gli scambi commerciali della Federazione Russa con il resto del mondo hanno visto complessivamente un grande aumento. Con gli Stati che compongono il BRICS vi è stato un vero e proprio boom: +106% con il Brasile, +310% con l’India. Con i Paesi neutrali o equidistanti rispetto alla faccenda dell’Ucraina le cose vanno bene: +198% con la Turchia. Infine, con i Paesi membri dell’Unione Europea, che hanno deciso e applicato le sanzioni, gli affari vanno a gonfie vele: +32% con l’Olanda, +57% con la Spagna, +81% con il Belgio etc. Questi dati sono stati raccolti dall’Observatory of Economic Complexity e pubblicati di recente dal New York Times. Sono quindi fonti nemmeno imparziali, ma schierate con il fronte occidentale. Giusto per rendere meno amaro il boccone ai leader europei (Enrico Letta in primis), il NYT tiene a specificare che vi è uno scarto temporale fra il momento in cui i dati sono stati raccolti e quello in cui il lettore li vede: in altre parole, trattandosi di dati non dell’ultimo minuto ma di ieri, magari intanto qualcosa è cambiato e di colpo magicamente la Russia crollerà di fronte ai nostri occhi. Nel linguaggio angloamericano si chiama “wishful thinking”, e ne soffrono molti qui in Europa. Certo, non si può escludere che le sanzioni finalmente facciano il lavoro per il quale sono state elaborate, ma è anche vero che Mosca non è rimasta con le mani in mano ad attendere la fine, ma ha cercato nuovi partner, rafforzato i legami con quelli vecchi, cercato nuove strade per mantenere in piedi le transazioni.
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strumentipolitici.it e-pure-oggi-la-russia-fallisce-domani-boom-degli-scambi-commerciali-con-diversi-paesi-anche-europei