Sul Financial Times ed l’esperto di energetica e ambiente nonché ex giornalista della Reuters David Sheppard lancia un’idea per alleggerire la gravità della situazione delle bollette e dei costi stellari che oggi caratterizzano il gas in Europa. La proposta, che l’autore sottolinea essere informale e accademica, è rivolta a uno dei maggiori fornitori di gas dell’intero continente europeo, la Norvegia. Dopo le sanzioni anti-russe e il blocco delle forniture di Gazprom, Oslo infatti ha conquistato la posizione di fornitore insostituibile sia per i Paesi della UE sia per quelli fuori UE ma in ambito NATO, come il Regno Unito. Ma oggi le bollette stanno diventando insostenibili per i consumatori europei, così Sheppard propone alla Norvegia di mettere un tetto ai prezzi di vendita. Con un tetto o un abbassamento dei prezzi, l’economia europea riprenderebbe vigore. E a livello politico la Norvegia eviterebbe di farsi appiccicare addosso l’etichetta di “egoista” e di “nazionalista energetica”, mentre acquisirebbe un grande vantaggio politico con un gesto di buona volontà che la eleverebbe nel prestigio di tutti i governi. Ma questo non sembra interessare Oslo, da cui il primo ministro Jonas Gahr Støre fa sapere che il governo è disposto a sedersi al tavolo delle trattative, ma è fortemente scettico rispetto all’idea di un tetto ai prezzi. Si può accusare la compagnia statale Equinor ASA di voler approffittare fino all’ultimo delle prospettive di guadagno offerte dalla crisi, ma il governo norvegese ha delle buone ragioni anche a livello prettamente economico. La risposta, infatti, è che un limite massimi ai prezzi favorirebbe solamente gli intermediari che comprano e rivendono e distribuiscono il gas: è a questi ultimi e non alla Equinor che i cittadini normali, i consumatori finali, pagano il gas, dunque sono i governi nazionali a doversi occupare dei prezzi sul mercato interno.
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strumentipolitici.it norvegia-niente-sconti-agli-europei2-sul-gas-i-profitti-pero-aumentano