Poco prima del summit di Teheran fra i leader di Iran, Russia e Turchia, la compagnia petrolifera statale iraniana, la NIOC, ha concluso un accordo da 40 miliardi di dollari con Gazprom, il gigante energetico della Federazione Russa. Con questo memorandum di intesa le due aziende collaboreranno per intensificare lo sfruttamento delle riserve di gas, di GNL e di petrolio dell’Iran, per far crescere l’export di questi combustibili: i russi possono infatti aiutare con la tecnologia che agli iraniani è preclusa a causa delle sanzioni americane. Verranno così posate le tubature dei gasdotti che porteranno il gas e verranno lavorati i giacimenti di Kish e di Pars Nord e di sei giacimenti petroliferi. Si attende inoltre la firma dell’accordo di cooperazione fra Mosca e Teheran, un trattato che dovrebbe estendersi per ben 20/25 anni e di cui i russi hanno di recente presentato la loro versione corretta. Di questo hanno parlato, fra le altre cose, Vladimir Putin ed Ebrahim Raisi nel vertice del 19 luglio insieme a Recep Erdoğan, summit in formato Astana dedicato alla questione del conflitto in Siria. L’Iran da Stato osservatore diventerà a settembre Stato membro dello SCO, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai per la stabilità e la sicurezza. Inoltre vorrebbe entrare nei BRICS.
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