Bruxelles ha di fatto lasciato liberi i Paesi membri di decidere in autonomia se continuare o meno a comprare il gas dalla Russia: questa è nei fatti la situazione dopo che la Commissione non ha escluso la possibilità di aprire conti in rubli per soddisfare la richiesta di Gazprom per la continuazione del rapporto commerciale. La Slovenia, che due mesi fa partiva da una posizione decisamente anti-russa sostenuta dall’allora premier Janez Janša (secondo cui nessun Paese europeo avrebbe pagato in rubli), oggi non ha posto alcun problema nel proseguire l’acquisto di gas dalla Russia. Il20 maggio, la direttrice della compagnia energetica a partecipazione statale Geoplin d.o.o. ha dichiarato che si atterrano a una “procedura di pagamento che rispetti il contratto e contemporaneamente rimanga entro le misure e le raccomandazioni delle istituzioni UE”. Il flusso di gas che arriva in Slovania dall’hub di Baumgarten in Austria non è stato intaccato dall’interruzione delle forniture a Bulgaria e Polonia, che invece non hanno rispettato quanto chiesto da Gazprom. Janša ha poi perso le elezioni del 24 aprile. Il suo partito SDS (Partito Democratico Sloveno) sosteneva una linea simile a Sofia, Varsavia e Helsinki, cioè di abbandono immediato delle fonti energetiche russe, ma è stato sconfitto dal Movimento Libertà (GS) di Robert Golob, oggi premier di Lubiana. Janša ha persino attaccato sui social Marta Kos, la numero due del partito rivale, colpevole di aver affermato che avere relazioni normali con la Russia è nell’interesse della Slovenia.
Fonte: https://strumentipolitici.it/la-slovenia-continua-a-comprare-regolarmente-il-gas-dalla-russia/
Fonte notizia
strumentipolitici.it la-slovenia-continua-a-comprare-regolarmente-il-gas-dalla-russia