Il vicepremier nonché ministro delle Finanze della Bulgaria Asen Vasilev ha dichiarato alla televisione pubblica BNT che il Paese non accorderà il suo voto al prossimo pacchetto sanzionatorio anti-Cremlino, fino a che Bruxelles non concederà condizioni derogatorie alla transizione dal petrolio russo a quello di un altro fornitore. La Bulgaria infatti vuole che anche ad essa vengano applicate condizioni più favorevoli rispetto agli altri Stati membri, al pari delle deroghe date a Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Difficile distinguere le motivazioni politiche da quelle tecniche, ma nel caso di Sofia la presenza della Lukoil Neftohim Burgas, la più grande raffineria dei Balcani, giustificherebbe consistenti proroghe al periodo previsto per il passaggio a nuovi fornitori di petrolio. Abbandonare il petrolio russo da un giorno all’altro non è impossibile, ma metterebbe a rischio anche l’ecologia della regione: gli impianti della raffineria devono essere modificati per tipi diversi di greggio, altrimenti il pericolo di inquinamento è reale. Inoltre i tre Paesi di Visegrad pare otterranno anche delle compensazioni economiche per essere stimolati ad abbandonare le forniture energetiche russe, e le sovvenzioni europee evidentemente fanno gola anche ad altri governi. Sembra che Bruxelles sia disposta ad accontentare la Bulgaria, ma ciò potrebbe generare un effetto a catena su altri Stati. Sta di fatto che per adesso il sesto pacchetto di sanzioni resta bloccato presso il Comitato dei rappresentanti permanenti, il COREPER, composto dai capi e vice-capi delle delegazionei dei Paesi membri.
Fonte: https://strumentipolitici.it/unione-europea-manca-lunanimita-su-sanzioni-al-combustibile-russo-anche-la-bulgaria-vuole-deroghe/
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