Mercati finanziari timorosi ma intanto il dollaro vola
L'umore degli investitori è decisamente cambiato negli ultimi giorni. Sui mercati finanziari già da qualche giorno si è abbattuto l'uragano Powell, che con le sue dichiarazioni ha preannunciato una svolta molto aggressiva da parte della Federal Reserve. Ma pesano enormemente anche i timori riguardo alla frenata cinese.
Lo scenario sui mercati finanziari
Il capo della Banca Centrale americana ha sottolineato la necessità di domare l'inflazione ed ha preannunciato che sul tavolo del Fomc a c'è l'aumento dei tassi di interesse per 50 punti base a maggio. Le probabilità che questo avvenga adesso sono schizzate al 97%, rispetto al 68% del mese scorso.
Un simile cambio di prospettiva non poteva non avere effetti importanti sui mercati finanziari.
Il dollaro corre
In special modo stiamo assistendo alla marcia da rullo compressore del dollaro statunitense. Mentre I rendimenti dei Treasury sono su livelli che non si vedevano da 3 anni, l'indice del dollaro è schizzato oltre la soglia dei 101 punti, formando una engulfing bullish. Non era così forte da marzo del 2020.
Il cambio Euro-Dollaro è precipitato a quota 1,07, come non succedeva da aprile 2020. Neppure la vittoria alle presidenziali francesi di Macron è riuscita ad evitare che l'euro perdesse ancora quota. In teoria il successo del presidente uscente, essendo un segnale di stabilità, avrebbe dovuto essere molto apprezzato dai mercati finanziari. E invece...
La forza del dollaro si esprime anche rispetto alla sterlina e ancora di più rispetto allo Yen Giapponese. La valuta nipponica è penalizzato soprattutto da un atteggiamento molto accomodante della Bank of Japan.
La paura innescata dall'economia cinese
I mercati finanziari sono inoltre agitati dai timori riguardanti l'economia cinese. Pechino è stata costretta a varare nuovi e prolungati lockdown per arginare la ripresa dei contagi da covid. Da più parti si respira il timore che una situazione del genere possa ulteriormente frenare la crescita cinese, creando problemi alla supply chain globale in un contesto già complicato.
Gli effetti della frenata cinese si vedono ad esempio sui mercati delle materie prime. Il petrolio è sceso fin sui 100 dollari al barile, perdendo decisamente quota rispetto a qualche giorno fa. Adesso ha disegnato un pattern triangolo trading.
Questi timori affondano le Borse cinesi: l'indice Composite di Shanghai segna un tonfo del 5,13%, a 2.928.51 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 6,48%, crollando a quota 1.790,03.
E poi c'è la guerra...
Sullo sfondo inoltre i mercati finanziari continuano a vivere con grande incertezza l'evoluzione del conflitto in Ucraina. Le speranze che tutto potesse risolversi tramite i negoziati non hanno avuto soddisfazione. Dopo circa due mesi di conflitto ancora non si vede uno spiraglio di uscita. Ciò comporta inevitabilmente delle conseguenze anche per l'economia globale.