L'Italia vuole dimezzare le importazioni di gas dalla Russia entro la fine della primavera, e mira a diventare indipendente dalle forniture russe nel giro di due anni o poco più.
Questo è il programma al quale sta lavorando il Governo, come annunciato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Un taglio robusto alle importazioni di gas russo
Parlando a Rai3, il ministro chiarisce i progetti per affrancarsi dal gas russo. E precisa che non crede ad una possibile chiusura dei rubinetti da parte di Mosca, per il semplice fatto che la Russia incassa un miliardo al giorno con i prezzi attuali. Infatti l’ascesa senza freni del gas continua, e il prezzo ha toccato un massimo storico di 345 euro al Megawattora. Lo sa bene chi decide di negoziare opzione vanilla put o call sulle commodities.
Vista la situazione drammatica delle sue finanze, è improbabile che la Russia decida di fare harahiri togliendosi un fiume di denaro dalle tasche.
Ad ogni modo il ministro assicura che, anche in caso di interruzione totale della fornitura di gas dalla Russia, le riserve attuali che ha l'Italia e il piano di contingenza di emergenza garantirebbero comunque un tempo sufficientemente lungo per arrivare all'estate.
Quanto è forte la dipendenza dalla Russia
Per capire quanto sia fortemente influente la nostra dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia, il ministro snocciola dei numeri. "Importiamo ogni anno all’incirca 29 miliardi di metri cubi di gas, che rappresentano poco più del 40% del gas che importiamo complessivamente". A tal proposito, bisogna ricordare che le importazioni di gas coprono oltre il 90% del nostro fabbisogno.
Annotazione: per studiare l'andamento dei prezzi del gas, si può utilizzare un grafico three line break.
Il piano italiano
L'Italia non è ancora in condizione di aumentare in modo sensibile la produzione interna, per cui si sta muovendo per sostituire le forniture russe con quelle di altra origine.
"Entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo”, ha spiegato il ministro. Ciò significa che metà delle importazioni di gas dalla Russia verranno tagliate, e dirottate altrove.
Nuovi impianti ma non alle centrali a carbone
Riguardo all'altra metà, l'Italia intende attrezzarsi attraverso impianti nuovi di rigassificazione, altri contratti di lungo termine e il rinforzo delle nostre infrastrutture. Ma per tutto questo i tempi sono necessariamente più lunghi. Ragionevolmente potrebbero essere 24-30 mesi. A quel punto, l'Italia diventerebbe pressoché indipendenti dalla Russia.
Rimane il problema delle forniture a brevissimo termine. Per quelle si era ipotizzata la ripaertura delle centrali a carbone. Un'ipotesi che però viene seccamente smentita dal ministro, "perché l’impresa non varrebbe la spesa”. Invece potrebbe essere rafforzata la produzione di quelle che sono ancora in funzione, ossia Civitavecchia e Brindisi. "Si potrebbero mandare a pieno regime”.