La banca centrale della Turchia è stata costretta ancora una volta a intervenire con urgenza, per tamponare la svalutazione della moneta nazionale. Alla quale, sia chiaro, ha contribuito in modo diretto e notevole.
Come procede la svalutazione della Lira
I fatti. Tra martedì e mercoledì la Lira ha proseguito lungo il percorso ormai durevole di svalutazione, toccando e poi aggiornando il nuovo minimo storico rispetto al dollaro americano. Uno scenario ghiotto per chi fa scalping opzioni binarie.
Il cambio USDTRY ha infatti raggiunto quota 13,96, dopo le ultime esternazioni del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Il sultano turco, che ormai è il burattinaio che muove i fili della CBRT (grazie ai poteri acquisiti dopo l'ultima riforma costituzionale), ha ribadito che i tassi di interesse più elevati sono inflazionistici, e per questo motivo continuerà a spingere per tagliarli.
Le teorie assurde di Erdogan
Erdogan ha farneticato che non difenderà mai rialzi dei tassi né compromessi su questioni economiche, perché i tassi bassi sono la strada per la vittoria nella “guerra d'indipendenza economica” della Turchia. In un'intervista alla televisione statale TRT, ha detto che tassi di interesse più bassi aiuterano a rallentare l'inflazione, creare posti di lavoro e aumentare le esportazioni. E in definitiva migliorerà a cneh il cambio, arginando la svalutazione della Lira.
Capitali in fuga
Questo delirio ha spinto i capitali in fuga dal Paese, ha innescato un altro crollo della Lira e costretto la CBRT a intervenire sul mercato dei cambi, vendendo le proprie riserve in valuta straniera per sorreggere la Lira. Le perdite per la valuta ammontano a circa il 40 percento quest'anno.
Va ricordato che lo scorso anno la banca centrale ha dovuto fare la stessa cosa più volte, spendendo circa 128 miliardi di dollari delle sue riserve in valuta estera per sostenere la lira. Ma tutto questo ha finito per erodere le sue riserve, che al netto delle passività sono precipitate in territorio negativo.
Le colpe della banca centrale
Un film già visto quindi, che ha come colpevole anche la stessa banca centrale.
Da settembre l'istituto infatti ha assecondato la volontà di Erdogan, tagliando i tassi di interesse di ben 400 punti base, portandolo al 15% dal 19% di settembre. L'ultimo ritocco risale al 18 novembre, quando il TCMB ha tagliato il costo del denaro di 100 pb al 15%
Una mossa senza senso, resa ancora più grave dal fatto che l'inflazione è salita al 19,9% a ottobre, il livello più alto da gennaio del 2019 e ben al di sopra dell'obiettivo medio del 5%.
I mercati già tremano di fronte ai prossimi dati sui prezzi, che l'Istituto statistico turco annuncerà venerdì. Tramite le app trading bonus senza deposito, gli analisti invitano i clienti alla prudenza.
La prossima riunione della banca centrale è in calendario il 16 dicembre.