I mercati finanziari guarderanno con attenzione soprattutto a due avvenimenti questa settimana. In ordine cronologico sono il vertice OPEC+ sul petrolio, e il rapporto sui nonfarm payroll negli USA. Ma in mezzo ci sono anche i meeting della Banca centrale d'Australia e quella neozelandese.
Gli eventi clou per i mercati finanziari
Partiamo dal petrolio. L'OPEC e i suoi alleati si incontreranno lunedì, e probabilmente decideranno di aumentare la produzione nel prossimo futuro. Con i prezzi del barile che si sono riavvicinati alla soglia degli 80 dollari, sono soprattutto gli USA che fanno pressione per un incremento dell'output.
Ma tenuto conto che all'interno dello stesso OPEC+ c'è chi chiede da tempo un aumento della produzione, sarebbe sorprendente per i mercati finanziari se non si giungesse a tale esito.
Questo calmiererebbe il rialzo dei prezzi di Brent e WTI, che sui forex broker italiani autorizzati hanno evidenziato forti rialzi di recente.
I dati sul lavoro USA
L'altro evento clou della settimana è il rapporto sui nonfarm payroll di venerdì. I dati di agosto sono stati molto al di sotto delle aspettative, appena 275.000 unità ad agosto rispetto alle attese di 750.000 unità.
Il tasso di disoccupazione è invece sceso leggermente, mentre la partecipazione alla forza lavoro è rimasta invariata e le paghe orarie sono cresciute dello 0,6%, oltre le previsioni.
I dati sul lavoro saranno fondamentali per capire quanto velocemente vorrà andare la FED nel percorso di ritiro dagli stimoli.
Secondo gli analisti dei mercati finanziari, il tapering dovrebbe cominciare a novembre. Invece il rialzo dei tassi ci sarà già nel 2022. E' chiaro però che se il dato sul lavoro dovesse deludere ancora, qualche crepa nei piani della FED potrebbe nuovamente aprirsi.
Tuttavia, dal punto di vista statistico ogni volta che c'è stato un nonfarm payroll deludente, la votla successiva c'è stata una forte crescita (è successo così nel bimestre gennaio-febbraio e aprile-maggio).
Meeting di politica monetaria RBA e RBNZ
Al di fuori degli Stati Uniti, i mercati finanziari guardano con interesse anche a due importanti banche centrali: RBA e RBNZ. Due paesi che non hanno tra le coppie di valute più volatili.
La Reserve Bank of Australia sembra decisa a muoversi verso una politica più flessibile. Il costo del denaro dovrebbe rimanere basso, anche perchè lo stesso istittuo centrale ha negato la possibilità di ritocchi “fino a quando l’inflazione effettiva non sarà sostenibile all’interno dell’intervallo target del 2-3%”.
L'altra banca che si riunisce in meeting è la Bank of New Zealand. Anche in questo caso però, nessuno si aspetta grandi novità. Di recente il governatore Christian Hawksby ha parlato dell'ipotesi aumento dei tassi come "prematura"
Anche perché sull'economia neozelandese è tornata ad allungarsi l'ombra minacciosa del COVID, che ha rovocato nuove misure di lockdown.