L'inflazione negli Stati Uniti è salita ancora, arrivando al 5% a maggio. Sopra le attese, e sui livelli massimi dal 2008. Eppure la Federal Reserve continua a ribadire che si tratta di una fiammata temporanea, e che per questo motivo non intende modificare la propria politica monetaria.
Wall Street sembra dar credito a queste rassicurazioni, e corre ancora. Anche il rendimento del decennale Usa, che viaggiava nei giorni scorsi verso i minimi da marzo all'1,43%, ha tenuto le sue posizioni. Mentre il dollaro rimane stabile, ma debole.
La spina nel fianco della Federal Reserve
Resta comunque il fatto che il balzo dell'inflazione mette un po' di pressione sulla riunione Federal Reserve del prossimo 16 giugno. Soprattutto perché l'indice "core" (che non tiene conto dei beni 'volatili' come energia ed alimentari), è schizzato ad un tasso annuo del 3,8%, ossia al record in quasi 30 anni.
Ed è proprio questo il valore maggiormente attenzionato dalla banca centrale americana, quando si tratta di decidere della politica monetaria. E gli operatori di trading sui mercati otc lo sanno.
Quanti dubbi
Sembrano quindi leciti i dubbi di coloro ritengono poco credibili le affermazioni della Federal Reserve, secondo cui tutto questo sarebbe transitorio. Ancora meno credibili sarebbero quelle che pronosticano una politica monetaria ultra-accomodante per altri tre anni. E' vero tuttavia che la ripresa del mercato del lavoro è lungi dall'essere completa, visto che le richieste di disoccupazione iniziali sono arrivate a 376K più del previsto.
Esiste quindi la prospettiva che ci siano rialzi dei tassi prima di quanto previsto, anche se nel prossimi meeting di sicuro la FED continuerà a parlare inflazione temporanea.
Il dollaro non si scuote
Nel frattempo, il dollaro è salito sull'onda dell'inflazione USA, salvo poi scivolare seguendo il calo dei rendimenti dei Treasury, abbozzando una inverted hammer.
Il rendimento dei titoli del Tesoro di riferimento a 10 anni ha esteso le perdite a un nuovo minimo di 3 mesi dell'1,43%.
Anche per il biglietto verde il test chiave sarà il Fomc di mercoledì prossimo, e sul messaggio che la Federal Reserve riuscirà a veicolare in quella circostanza.
Va detto però che secondo molti il simposio di Jackon Hole, in programma a fine agosto, sarà l'evento più interessante, perché è lì che qualcuno si aspetta un cambiamento nel linguaggio che davvero potrebbe aprire la porta all’annuncio di un tapering del Quantitative easing nel mese di dicembre.