Benvenuto Generale Camporini, da quando era giovane Pilota alle sedi di Comando, a Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica e successivamente della Difesa, ci illustra un suo attento pensiero sulle tematiche di minaccia Nazionale in ambito Internazionale, come secondo lei l'Aeronautica e la Difesa deve agire soprattutto in termini di risorse per prevenire la minaccia secondo la sua visione militare e di politica internazionale?
Nella mia lunga esperienza professionale, secondo la mia visione devo dire che stiamo vivendo un periodo storico che nessuno si sarebbe mai aspettato. Guardando con un occhio attento alla storia, nella fase successiva al secondo conflitto mondiale, la guerra fredda contrassegnata dal bipolarismo Stati Uniti-Unione Sovietica e dallo scontro nella lotta per l’egemonia mondiale, iniziata in Europa nell’immediato dopoguerra intorno al dissidio sulla questione tedesca, con la fine della Guerra Fredda conclusa tra il 1989 ed il 1991 con la riunificazione della Germania e la dissoluzione dell’URSS, accanto al dualismo tra il primo mondo occidentale ed il secondo mondo sovietico, emerge una nuova realta’ promanata dal coevo processo di decolonizzazione, i Paesi di nuova indipendenza, il Terzo Mondo, che a partire dalla meta’ degli anni cinquanta tentano vie di organizzazione contrassegnate dalla ricerca di linee autonome di sviluppo come il non allineamento rispetto alla logica bipolare. Il teatro su cui sorge, si sviluppa, cresce e si consuma la guerra fredda e’ quello Europeo, e da qui si irradia, investendo le aree in cui si fronteggiano le due superpotenze in lotta per l’egemonia mondiale.
Aggiunge il Generale Camporini: “Siamo in una situazione di Crisi Multiple”.
In particolare per tutto il sistema di welfare, sviluppato in un modo come non e’ mai capitato nella storia dell’umanita’. Oggi, purtroppo stiamo vivendo una fase in cui abbiamo visto che le minacce possono di nuovo manifestarsi e si sono manifestate! Come l’invasione Russa nell’Ucraina, un caso che ha scosso tutte le coscienze e per il quale occorre rimediare a delle misure efficaci. E’ importante che ci sia una reazione per riaffermare i principi del diritto internazionale, e questo vale non soltanto per l’Ucraina ma anche per Israele, la Palestina, ecc. “Siamo in una situazione di Crisi Multiple” alcune delle quali sono sotto gli occhi di tutti, altre invece non le vede nessuno. Una mia visione per quanto concerne le Forze Armate e’ chiaro che bisogna adattare delle capacita’ al momento. Durante il periodo di inizio secolo, tutte le forze di terra si sono concentrate sulle “Operazioni di Peacekeeping e Peacebuilding” (condotte dal 1948 fino alla conclusione della Guerra Fredda, consistevano prevalentemente in operazioni militari, il cosiddetto peacekeeping di prima generazione; mentre il peacekeeping di seconda generazione, sviluppatosi dopo gli anni 90, si distingue per lo svolgimento di funzioni di carattere umanitario, ma anche di peace-building-costruzione della pace, che consiste nella programmazione di piani di crescita del Paese uscito dal conflitto), che non hanno avuto bisogno di capacita’ di artiglieria come carrarmati, ecc. Mentre di fronte all’attacco Russo verso l’Ucraina, abbiamo visto in tutto il mondo come questi Paesi sono tornati indietro nel tempo. E’ stato un lanciare l’allarme nella nuova corsa al riarmo che e’ dettata dalle circostanze ed e’ nell’evoluzione storica. Questo comportera’ ad una richiesta di risorse ulteriori, in una fase ancora di crisi economica, parliamo di Unione Europea che dovrebbe riprendere il discorso delle capacita’ difensive in ambito di collettivita’ internazionale.
Ormai le armi obsolete le abbiamo gia’ date nell’aiuto militare verso l’Ucraina, quali saranno le nuove risorse per un adeguato rifornimento di armi per l’Italia?
Per l’Italia non e’ tanto un problema di acquisto di nuove armi, ma e’ un problema di avere delle adeguate sedi logistiche che e’ un elemento che in questo attuale periodo sta’ preoccupando tutta la Difesa italiana, piu’ ancora della disponibilita’ dei sistemi d’arma. Pongo un esempio: “Abbiamo le Navi italiane piu’ belle al mondo, ma se non possiamo adeguarle con rifornimenti di armi, o missili da mettere a bordo, le possiamo usare solo per delle belle crociere. E questo è un problema”. E’ necessario che ci siano delle risorse per i rifornimenti, non possiamo farci trovare senza le capacita’ necessarie per dissuadere l’avversario nemico.
Ad oggi, e’ importante avere un’attenzione con una visione ad ampio spettro in termini di sicurezza nazionale ed internazionale, come le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, l’Aeronautica Militare e la Difesa e' dotata di sistemi multidisciplinari soprattutto in questo ambito, ci dice la sua visione in merito?
Le nuove tecnologie nella Difesa italiana impiegate nelle operazioni militari nella sicurezza del sistema Paese, l’Aeronautica Militare attraverso concetti consolidati come l’importanza dello Spazio nelle operazioni spaziali. Ma soprattutto la vulnerabilita’ di questi sistemi. Occorre un approccio multidimensionale. Le situazioni attuali hanno risvegliato l’attenzione dei decisori politici e si assiste ad una volonta’ di ricostruire una capacita’ di intervento soprattutto militare che possa consentire di gestire la crisi nel mondo. Sottolineo “militare” poiche’ in questo periodo storico dove vediamo l’evoluzione delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, queste capacita’ sono diventate efficienti da esportare una minaccia anche senza l’utilizzo delle armi materiali, dove attraverso le tecnologie lo scenario apre le porte all’uso della cibernetica, la telematica, la cybersecurity, il cybercrimes che sta’ rivoluzionando il mondo. Si e’ parlato in primo luogo dell’importanza dello Spazio, dove abbiamo tutti i sistemi di strutture satellitari, costellazione dei satelliti, osservazione della Terra, comunicazioni satellitari, la navigazione, ecc. Ponendo all’attenzione anche una breve riflessione sulla vulnerabilita’ di questi sistemi, dove potremo incontrare anche sistemi che consentono di zittire le comunicazioni militari, quindi paralizzare qualsiasi informazione. E, questi sono problemi che devono essere affrontati in tempo.
Generale Camporini, lei attualmente ricopre una carica importante come Membro dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma, la sua presenza fin dagli inizi ha donato un forte impulso verso l’Istituto, che e’ soprattutto Centro di Ricerche Internazionale per i giovani. Ce ne parla?
La mia presenza nell’Istituto e’ stato un fatto accidentale. L’Istituto nasce negli anni 1950-60 su iniziativa di Altiero Spinelli, una figura di straordinaria eccellenza che ha posto una visione futura sull’Unione Europea. Nel messaggio di Ventotene scrisse in sinergia con altri colleghi una dichiarazione di una Europa che si univa, dove riuniva insieme le squadre forti, e cosi’ creo’ questo Istituto che si è evoluto, e dove ad oggi è Centro di Ricerca indipendente, autonomo da un punto di vista finanziario, ma con una grande attenzione da parte dello Stato italiano che ha dimostrato sempre un grande interesse per l’Istituto. Sono stato in Vicepresidente di questo grande ed importante Istituto nell’anno che va dal 2011 al 2019. Attualmente sono Membro dell’(IAI). I giovani possono avere l’ambizione di lavorare presso il nostro Istituto Affari Internazionali dove attraverso il sito internet sono illustrate le tante e varie opportunita’ di lavoro. Abbiamo circa 40 giovani Ricercatori che sanno benissimo che l’Istituto e’ il punto di partenza, non il punto di arrivo, per cui arrivano, lavorano in sinergia con noi, imparano, insegnano anche per contribuire nel creare una consapevolezza intellettuale. E’ un dare/avere, i giovani si preparano ad esperienze sempre piu’ importanti. E dopo qualche anno nell’IAI, i nostri giovani hanno l’opportunita’ di accedere ad una esperienza lavorativa e professionale nel contesto dell’Unione Europea a livello internazionale e globale.
Ancora un sogno nel cassetto?
Il pensiero di una futura candidatura alle Europee, nel poter dare un contributo all’elaborazione e realizzazione di nuove strutture militari per la Difesa italiana. Per cui e’ fondamentale avere la nostra voce italiana in capitolo, poiche’ siamo la maggiore potenza economica ed il maggiore mercato globale.