La Germania rischia di vedere crollare la sua economia e di restare letteralmente al buio, a causa del deficit energetico che si profila minaccioso all’orizzonte. Il ministro dell’Economia Robert Habeck dice che il gas stoccato nei depositi basterà, ma forse a Berlino i suoi colleghi di governo preferiscono non correre rischi e così ad agosto la Cancelleria Federale ha disposto il riavvio delle centrali a carbone. Secondo le promesse ecologiste fatte dagli stessi Verdi oggi al governo, in particolare dall’attuale ministra degli Esteri Annalena Baerbock, la Germania avrebbe dovuto entro qualche anno rinunciare del tutto all’elettricità prodotta dalle centrali a carboni. Le circostanze evidentemente non lo permettono, ma erano circostanze note già quando i Verdi annunciavano il glorioso futuro della transizione ecologica che, almeno per ora, non ci sarà. Il cancelliere Scholz sminuisce dicendo che si tratta di misure temporanee, ma con il Nord Stream 2 interrotto manca persino la possibilità di eventuale di usare il gas. Chi sarà stato a sabotare il gasdotto? Tutti gli indizi geopolitici portano a Washington. Ma dalla Russia non può nemmeno arrivare il carbone, dunque Berlino sta comprando da Paesi ben più lontani e con costi di trasporto e logistica ben maggiori. A rimetterci saranno i cittadini tedeschi, illusi dalle promesse “green” e impoveriti dalle scelte del proprio governo.
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strumentipolitici.it germania-dalle-promesse3-green-al-nero-delle-centrali-a-carbone