“Si tende a pensare che chi vive all’estero sia privilegiato perché arrivare qua significa avere un lavoro e perché, nel nostro caso specifico, tutti vogliono vivere a New York. La verità è che, nonostante possa essere stimolante, è anche molto impegnativo, soprattutto in una città come questa dove è molto difficile adattarsi. Sotto diversi aspetti: salute mentale, solitudine e per la nostra identità e cultura”. Si è aperto così con le parole del Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele, il panel Cultura e Benessere Beyond Borders: Exploring the Strengths and the Struggles of First Generation Italian Immigrants’ Well - Being, organizzato dai Comites (Comitato degli italiani all'estero dell'area Tri-State). La conferenza ideata dalla Psicoterapeuta e consigliere Comites, Leide Porcu, ha messo al centro l'importanza dell'unità e dell'identità, delle radici culturali, della salute e del benessere degli expats, ossia degli immigrati italiani nella Grande Mela. Riflettendo soprattutto sulle esperienze di vita della prima generazione di immigrati, l'evento ha riscosso un successo inatteso arrivando al sold out in meno di 48 ore; segnale che ha messo in evidenza quanto sia importante oggi giorno parlare di un argomento cosi delicato e, troppo spesso, silente.
"Sono molto contenta del riscontro positivo che abbiamo ricevuto. L'apprezzamento e l'entusiasmo del pubblico è stato enorme e gli esperti divisi in Team Cultura e Team Benessere hanno contribuito in maniera efficace alla tematica" ha dichiarato Leide Porcu che ha aggiunto: "Durante il panel, ho attraversato la sala più volte per osservare il livello di coinvolgimento e sono stata felice di vedere che l'uso del telefonino era minimo – una vera testimonianza dell'impatto e dell'interesse dell'evento".
Moderato dalla giornalista Francesca Di Matteo, già volto noto di Mediaset, e founder di StrategicA Communication, l'evento ha offerto una piattaforma inestimabile per i membri delle comunità italiane e italo-americane per riflettere sui loro punti di forza e sulle sfide condivise.
"Spesso questioni come il benessere psicofisico e la salute mentale vengono sottovalutati. Ma, quando si dà spazio per il confronto su queste tematiche, si raccoglie sempre un notevole interesse" ha rimarcato il Presidente dei Comites di New York, Enrico Zanon. "Bene quindi ha fatto Leide Porcu per conto del Comites di organizzare un incontro che ha visto ampia partecipazione. E' un incoraggiamento per il nostro Comitato nel continuare a lavorare e a confrontarsi su questi argomenti".
Fondamentali gli interventi personali e professionali degli speakers. Stefano Vaccara, giornalista noto nella Big Apple, ad esempio ha raccontato come, solo una volta che sono nati i suoi figli, ha deciso di cominciare il processo per prendere la cittadinanza americana e fare pace con il suo sentirsi a metà tra due mondi, italiano-siciliano e newyorkese.
Elena Perazzini – scrittrice e filmmaker– ha invece condiviso le esperienze dei protagonisti dei suoi libri. "Attraverso i miei libri e un film racconto le esperienze dei nuovi immigrati italiani, esplorando come si sono trasformate dagli anni '60 a oggi, scoprendo come il desiderio di fuggire dalla mentalità italiana e da certi pregiudizi sia tra le ragioni della partenza, e come un persistente senso di disorientamento influenzi la loro vita a livello sociale, culturale e psicologico."
"Quello che spero di ispirare oggi è una conversazione sull'idea di un 'benessere condiviso' e su come tale idea possa essere applicata nella nostra società attuale – una società in cui i confini geografici si confondono sempre più rispetto al passato. Di conseguenza, i concetti di 'immigrazione' ed 'emigrazione' diventano molto più intrecciati. Incontrare l'Altro, sia in senso geografico, culturale o emotivo, amplia le nostre opportunità ma evoca anche paura. Affrontare queste emozioni complesse attraverso 'l'arte' e la 'psicoanalisi' può essere un modo produttivo di affrontare questa questione? La risposta potrebbe rimanere incerta, ma è comunque una domanda che dobbiamo continuare a porci," ha affermato Luca Caldironi, psichiatra e psicoanalista italiano.
La collaborazione con New York Italian Women e Italian Women USA ha contribuito significativamente al successo dell'evento. I partecipanti hanno apprezzato una chiusura conviviale con panettone artigianale di Realmuto e rinfreschi offerti da Norma Gastronomia e Nem’s Japandi, arricchendo il senso di comunità.
"Che sia l'inizio di conversazioni continue", ha enfatizzato Leide Porcu esprimendo la speranza che questa conferenza sia solo l'inizio di una serie di incontri dedicati all'esperienza degli immigrati. "Propongo future conferenze su temi come il successo e il benessere, l'invecchiamento in un paese straniero e discussioni che coinvolgano sia team scientifici che clinici per affrontare questioni fondamentali per la nostra comunità. Alla nostra platea chiedo: quali argomenti vi piacerebbe esplorare di più?" ha concluso la consigliera Comites.
Elena Perazzini ha condiviso storie personali tratte dai suoi libri e film, raccontando i viaggi degli immigrati italiani dagli anni '60 fino a oggi. Ha sottolineato che, sebbene molti siano emigrati per sfuggire ai vincoli sociali, il senso di disorientamento rimane un tema costante.
Stefano Vaccara ha raccontato le sue esperienze personali e la sua duplice identità e nel non sentirsi né completamente italiano né americano. Ha parlato della paternità come momento di svolta nella sua integrazione, pur mantenendo una certa distanza cauta da alcuni tratti culturali americani, come l’ottimismo incrollabile.
Team del Benessere:
Patrizia Riccardi ha discusso le sfide psicologiche affrontate dagli anziani immigrati italiani, specialmente quelli in comunità isolate che non si sono mai pienamente integrati o non hanno mai imparato l'inglese. Ha sottolineato la depressione e il senso di sopraffazione che possono sorgere quando le famiglie diventano più americanizzate.
Luca Caldironi ha offerto una prospettiva unica sulla vita tra Italia e Stati Uniti, evidenziando l'arte come strumento terapeutico per l'espressione culturale e personale.
Robert Leahy ha combinato storie personali con approfondimenti professionali, offrendo strategie per superare la marginalizzazione e trovare forza interiore. Ha sottolineato l'importanza di cambiare prospettiva per trasformare le sfide in opportunità.
Danielle Knafo ha presentato un'analisi originale delle ondate migratorie italiane, mostrando come l'adattabilità e la resilienza siano essenziali per vivere tra mondi e lingue diversi.
Claudia Godi ha concluso l'evento con una dimostrazione pratica su come prevenire il mal di schiena durante lunghi periodi al computer, mostrando come la postura e il movimento possano contrastare l'immobilità.