Un introito calorico eccessivo rispetto al fabbisogno quotidiano comporta l’accumulo di grasso corporeo. Per limitare l’apporto calorico, viene spesso consigliato di moderare il consumo di carboidrati, riducendo o addirittura eliminando drasticamente il consumo di pasta, pane, riso, cereali, dolci, zuccheri aggiunti e bevande alcoliche.
Le diete a bassissimo contenuto di carboidrati si sono rivelate efficaci nel favorire una rapida perdita di peso, osservabile in un lasso di tempo compreso tra i 4 e i 6 mesi. Tuttavia, gli effetti di tale regime alimentare tendono a non persistere oltre l’arco di un anno e a provocare conseguenze non trascurabili per il benessere fisico e psicologico.
I carboidrati rivestono un’importanza cruciale nella dieta umana, essendo la più significativa fonte di energia per il nostro corpo. Forniscono circa 4 kcal per grammo; tuttavia, il loro apporto calorico può variare da 3,74 kcal del glucosio fino a 4,2 Kcal per l’amido. Tra i macronutrienti essenziali da assumere in abbondanza – poiché costituiscono il principale carburante energetico per l’organismo – si annoverano: i carboidrati (o glucidi), i lipidi (noti anche come grassi), le proteine (o protidi) e le fibre alimentari.
Ognuno di questi nutrienti svolge un ruolo vitale e insostituibile per la salute del nostro corpo; pertanto, la loro esclusione dalla dieta può portare a conseguenze negative. Specificatamente, l’eliminazione dei carboidrati è sconsigliata in quanto porta ad una perdita di massa magra e ad una diminuzione dei liquidi corporei piuttosto che ad un effettivo calo ponderale. La conversione di aminoacidi in zuccheri, se prolungata nel tempo, può causare una riduzione del tessuto muscolare.
D’altra parte, è noto che un consumo eccessivo di zuccheri o farine raffinate, particolarmente in assenza di attività fisica, può innescare conseguenze dannose per la salute. L’ingestione di quantità elevate di carboidrati, in particolare quelli semplici come gli zuccheri, fa salire il livello di glucosio nel sangue (iperglicemia). Tale situazione stimola una rapida secrezione di insulina dal pancreas. (che ci allontana dal dimagrimento) Il surplus di glucosio viene poi immagazzinato come glicogeno nel fegato e nei muscoli per un utilizzo futuro, oppure, se in quantità troppo abbondante, trasformato in tessuto adiposo. (grasso)
Qual’è la soluzione? (È giusto eliminare i carboidrati?)
Saper scegliere i carboidrati in modo corretto, in base alla qualità, e dosare i consumi quotidiani, senza eliminare del tutto, bensì bilanciando in base al nostro fabbisogno quotidiano, in base al nostro stile di vita o attività sportive.
I cereali integrali, quali farro, avena, grano saraceno e riso integrale, abbondano in fibre, vitamine e minerali essenziali. Costituiscono una fonte superiore di carboidrati complessi che garantiscono un’energia duratura e contribuiscono al benessere del sistema digestivo. Inoltre, i legumi, inclusi fagioli, lenticchie e ceci, si distinguono per il loro elevato contenuto di fibre, proteine e carboidrati complessi, risultando ottimali per preservare l’equilibrio glicemico e offrire un’energia salutare e duratura. Le verdure a foglia verde, come spinaci, cavolo e cavolo riccio, non solo sono una miniera di carboidrati complessi, ma apportano anche una vasta gamma di nutrienti fondamentali. Queste verdure possono essere gustate sia cotte che crude, ad esempio in fresche insalate.
Un consiglio essenziale per ridurre l’impatto glicemico dei carboidrati, indipendentemente dal tipo, consiste nel consumarli dopo aver mangiato una porzione di verdure o altro alimento ad alto contenuto di fibre. Le fibre infatti hanno l’effetto di rallentare il transito gastrico, favorendo un assorbimento più graduale degli zuccheri.
È giusto eliminare i carboidrati? Eliminare i carboidrati dalla nostra dieta non è assolutamente una soluzione, ma riequilibrare le dosi e la qualità del cibo è sicuramente l’approccio più corretto.
Fonte notizia
www.nanono.it 2024 04 01 e-giusto-eliminare-i-carboidrati