Quando negli anni ’70 e ’80 è esploso il fenomeno sociale del consumo di droga, lo stato ha immediatamente reagito cercando di contrastare produzione, spaccio e consumo. La sola repressione si è rivelata una politica infruttuosa, dato che il consumo di droga ha continuato ad aumentare nei decenni successivi. L’errore fondamentale è stato tralasciare il soggetto della prevenzione: finché ci sarà richiesta, ci sarà anche che la produce e la smercia. È la dura legge del mercato, legge evidentemente più forte di qualsiasi proibizione.
Negli anni ’90 il soggetto della droga è ha cominciato a far gola alla politica: visto che tanti giovani si drogano, perché non cercare voti in quell’ampio bacino? Ecco che da più parti politiche si è cominciato a parlare di “riduzione del danno” e “droghe leggere”.
La “riduzione del danno” è quanto di più malvagio e infido si possa concepire, dato che consiste sostanzialmente nel fornire “droga di stato” al posto della “droga illegale”. A chi abusa di eroina, ad esempio, si fornisce il “metadone”. Il metadone non è una medicina che disintossica, è semplicemente un’altra droga! A un ubriacone alcolizzato che di solito beve whisky gli consigliereste di bere gin per risolvere il problema? Eppure alcune forze politiche hanno creduto e continuano a credere a questa narrazione.
Per “droghe leggere” si intende normalmente la cannabis e la maggior parte i suoi derivati. A volte viene incluso anche l’hashish, recentemente vengono considerate leggere anche i funghi allucinogeni (legalizzati in Colorado, a Denver). La definizione di droga leggera includerebbe “che non dà dipendenza”, che creano effetti di alterazione mentale “lievi”, adatte all’uso “ricreativo”.
Il concetto di “droga leggera” è persino più subdolo e pericoloso: si tratta di un mezzo per spingere i ragazzi a provare la droga, ben sapendo che i derivati della cannabis danno dipendenza, causano effetti allucinatori e il loro abuso diventa tutt’altro che “ricreativo”. Le statistiche mostrano che chi assume cannabis ha molte più probabilità di passare a droghe ancora più potenti e dannose, mostrano che crea reale dipendenza, mostrano che l’iniziale uso ricreativo passa rapidamente all’abuso e all’intossicazione. Inoltre la marijuana è tutt’altro che leggera: la correlazione con la psicosi è forte, il rendimento scolastico crolla, i danni alla salute sono ben peggiori del tabacco, gli incidenti stradali aumentano dove la marijuana è legale.
La campagna “La Verità sulla Droga” è nata per informare i giovani prima vengano “informati” dagli spacciatori, dagli “amici” più grandi o da innumerevoli siti internet che magnificano le proprietà curative della marijuana e danno “consigli” su come sballarsi al meglio.
La campagna è portata avanti dall’associazione “Un Mondo Libero dalla Droga”. Si tratta di un’associazione internazionale che si batte per ottenere una società nel quale la droga non costituisce più una piaga sociale. Le attività di “Un Mondo Libero dalla Droga” consistono nell’andare nelle scuole e raccontare ai ragazzi la verità sulla droga: lezioni di due ore che includono video, dati scientifici, dati statistici e testimonianze. Un ragazzo informato sulla droga molto difficilmente ne diverrà schiavo. Un ragazzo informato, che pensa con la sua testa, pretenderà che gli sia dato un aiuto sincero, reale e naturale, senza ricorrere a droghe e farmaci dannosi. Anche da adulto, si rifiuterà di diventare un tossicodipendente di sostanze legali o illegali.
La Chiesa di Scientology sostiene la campagna di “Un Mondo libero dalla Droga” fin dalla sua fondazione. L’associazione organizza eventi pubblici e lezioni nelle scuole, per informare sugli effetti dannosi degli stupefacenti e degli psicofarmaci. A partire dal 2015 i volontari della campagna hanno tenuto lezioni a migliaia e migliaia di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori.
“L'arma più efficace nella guerra contro la droga è l'educazione.” L. Ron Hubbard
Fonte notizia
it.drugfreeworld.org