(10 Novembre 2024, Palazzo Albrizzi Capello, Venezia, sede del Padiglione Nazionale Grenada presente alla 60° Biennale di Venezia Arte)
Sinossi della Dott.ssa Francesca Catalano al Padiglione del Grenada intitolato “No Man is an Island” in Palazzo Albrizzi Capello alla 60° Biennale di Venezia Arte, per presentare l’opera “Kromoexpansion Yellow Vortex in Psychotrance before Big Bang” di Massimo Paracchini, realizzata con tecnica mista su tela nel 2023, prima di parlare però dell’opera viene dato un breve cenno alla sua carriera artistica. Massimo Paracchini partecipa a questa esposizione come membro del collettivo “The Perceptive Group”, attualmente vive e opera a Vercelli. Già all’età di 11 anni si appassiona all’arte iniziando da subito la sua formazione presso lo studio del Maestro Francesco Giuseppe Rinone, segue successivamente l’ambito umanistico, laureandosi in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Torino. Rilevanti sono le sue partecipazioni in ambito nazionale ed internazionale , tra le monografiche ricordiamo, a titolo ovviamente non esaustivo, quelle svoltesi a Milano, Vercelli, Arona e Castelletto Ticino; per quanto riguarda le mostre collettive menzioniamo, tra le altre, l’esposizione internazionale di arte contemporanea presso il Castello Estense di Mesola a Ferrara; quella organizzata nella sala Pierluigi Nervi del Palazzo della Provincia di Savona nel 2012; “Speranza” presso la Chiesa di San Bernardino a Vercelli sempre nel 2012; “Angeli e artisti” in Santa Maria della Scala a Siena nel 2020 e l’esposizione Triennale di Arti Visive a Roma nel 2023. Il Maestro ha preso parte anche a numerose iniziative estere, in particolare nel 2013 realizza il dipinto “Free Sprinkling Cosmico su Angelo” per la Iglesia de Los Angeles a El Milagro in Argentina, espone poi a Washington e a New York nel 2016, dove torna nel 2018 per “New York. Art &Freedom” alla Saphira e Ventura Gallery e nel 2021 alla Galleria “White Space Chelsea”. A Londra, nel distretto di Notting Hill, presso “Badiani Art Space” è presente nel 2021 e nella Galleria “Casa del Arte” di Palma di Maiorca nel 2022; nello stesso anno risulta partecipe nello spazio espositivo “Wynwood Art District a Miami. La sua ricerca è giunta persino in Giappone anche grazie alla collana di studi “Opra” in consultazione presso alcuni atenei principali della nazione. Paracchini figura inoltre nell’autorevole Atlante dell’Arte Contemporanea edito da Giunti. Ed ora veniamo a questa luminosissima e brillante opera del Maestro intitolata “Kromoexpansion Yellow Vortex in Psychotrance before Big Bang”. Ci troviamo davanti ad un’unica campitura di colore uniforme che gioca tutto sul potere della tavolozza e della geometria o della transgeometria proprio come la chiama il Maestro. Nell’opera viene utilizzata una prospettiva centrale, difatti è proprio dal punto di fuga del riguardante che si fa strada questo Vortex, un vortice che con il suo movimento spiraliforme e rotatorio pare animarsi e catturare l’osservatore, un atomo primordiale che prima della deflagrazione generativa, scintilla infinitesimale e primordiale appunto, dà origine ad un universo vibrante, caotico, multiforme, senza limiti. L’opera, grazie al movimento prima centripeto e poi centrifugo, si espande all’infinito generando una Kromoexpansion e una Kromoesplosion, ovvero un’esplosione cromatica che dà origine a visioni trascendentali. La composizione è una creazione informale e aniconica tra le più recenti pittosculture realizzate da Paracchini; egli, attraverso tale ricerca, cerca una nuova genesi della forma, del volume e del colore; lascia che i volumi presenti in rilievo sulla superficie vengano di volta in volta scolpiti dalle variazioni della luce e delle ombre. Ecco così che l’opera interagisce con l’ambiente circostante, emanando luce, ma nutrendosi anche della luce che riceve, concettualmente la spirale qui rappresentata è simbolo e sinonimo di dinamismo, della ciclicità della vita e in molte religioni rappresenta anche il percorso spirituale dell’uomo, la sua connessione con la divinità (non a caso il colore giallo è simbolo del Divino e della luce del sole).La creazione porta l’artista spesso in una psychotrance, ossia uno stato di estasi assoluta capace di generare nuovi spazi senza limiti e senza tempo. Paracchini ha attraversato diverse fasi artistiche, partendo da un approccio neofigurativo intriso di ispirazione cubista e futurista, con il tempo la sua ricerca si è evoluta verso l’astrattismo e l’informale, dando vita ad una pittura in cui il gesto stesso diventa protagonista. Arrivando a diverse fasi della ricerca personale, teorizzando con la “Eidetica Trascendentale dell’arte” varie tecniche - quali tra le principali quella del Free Sprinkling, della Geometria iperellittica e la Kromoexpansion - si inserisce nella corrente dell’informale, filone nato in Italia dopo la fine della grande guerra. A differenza tuttavia degli artisti dell’avanguardia novecentesca l’opera qui richiamata diventa per l’osservatore faro nel percorso di comprensione dell’arte, portandolo nel mondo cosmico dell’artista. Ecco quindi che il maestro Paracchini guarda ad artisti come Klein - quest’ultimo attratto dal pensiero orientale e dalle teorie cosmogoniche porta in scena una tensione immateriale verso l’assoluto - ma anche allo spazialismo di Lucio Fontana. Se l’artista argentino si concentra sulla terza dimensione, al di là della bidimensionalità della tela, così fa anche il Maestro Paracchini che dalla forma vorticosa della materia ottiene un effetto tridimensionale con la differenza che la spirale - come un vortice del cosmo – si espande non in senso interno all’opera, bensì in una direzione opposta, proprio come il sole che emana i raggi al di fuori di esso perché si propaghino il più lontano possibile. Ecco allora che nelle opere del Nostro, come in quelle di Fontana, troviamo il concetto di spazio in espansione, seppur qui si protenda all’infinito e al trascendente, in un moto perpetuo inarrestabile, un essere in atto come direbbe il filosofo Aristotele. Realizzata così l’opera rappresenta la forza vitale che dà origine ad ogni forma di pensiero, è il Big Bang che dà il via a tutto, o meglio per dirla in termini, oltre che scientifici anche biblici, è quel Verbo che si incarna per farsi presente nel mondo conformemente a quanto scritto nel primo capitolo della Genesi: “In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse “Sia la luce!”. E la luce fu”. E lo stesso fa Paracchini che dal nulla dà origine a questo atto di luce.
Fonte notizia
www.informazione.it c 907BC85C-CCE4-458E-B334-5EE09F0A3283 MASSIMO-PARACCHINI-SINOSSI-ALLA-BIENNALE-DI-VENEZIA-2024