Chi si fa visitare da un medico confida in una diagnosi onesta e in una prescrizione di farmaci appropriata. E se invece il medico preparasse false prescrizioni con il nome del paziente per procurarsi i farmaci di cui abusa? E se stesse rubando morfina dalla flebo di un familiare sottoposto a cure palliative? La maggior parte delle persone rimane scioccata nell'apprendere che i propri medici sono stati perseguiti per tali pratiche non etiche, ma le forze dell’ordine affermano che ciò accade più frequentemente di quanto si pensi.
La sottrazione di farmaci ai pazienti e il loro utilizzo per scopi diversi da quelli previsti viene chiamata diversione. Alcuni medici e altri professionisti approfittano della loro posizione per procurarsi droghe per se stessi o per venderle e trarne profitto. Per rendersi conto della dimensione del fenomeno, l'American Nurses Association stima che il dieci percento degli infermieri possa dipendere dai farmaci.
Le ragioni per cui i professionisti medici affermano di essersi rivolti all'abuso di droghe sono lo stress sul lavoro e il facile accesso alle sostanze. Gli anestesisti hanno il più alto tasso di dipendenza a causa del tipo di farmaci con cui hanno a che fare ogni giorno. Seguono gli infermieri di terapia intensiva e del pronto soccorso.
Non solo sono tentati dalla disponibilità di sostanze stupefacenti nel loro ambiente di lavoro, ma hanno continuamente a che fare con persone malate e morenti che non sempre riescono ad aiutare. Quando si sentono vulnerabili, le sostanze di cui dispongono diventano desiderabili.
Questo problema ha ispirato la notissima serie TV “Dr House”, che narra le vicende di un medico dipendente dal Vicodin, un antidolorifico. Il protagonista rimarrà persino coinvolto in vicende giudiziarie a causa delle azioni illegali compiute per procurarsi le pasticche di cui non riesce a fare a meno.
Ma prendiamo in considerazione il caso reale della dottoressa Anne Johnston nel Vermont: scriveva prescrizioni false per pazienti inesistenti, al fine di procurarsi la droga di cui è dipendente. Nonostante le sue azioni, non è stata avviata alcuna azione legale e le è stato permesso di continuare a praticare la medicina con una licenza "condizionata" che le impedisce di prescrivere sostanze stupefacenti. Anche in precedenza, nel 1998, era stata trovata colpevole di un'accusa simile, ma è fu comunque autorizzata a continuare a praticare.
Alcuni infermieri sono stati costretti a lasciare la pratica dopo la prima prescrizione illegale; ad altri è stata revocata la licenza solo dopo essere stati colti sul fatto più e più volte.
I pericoli connessi a queste situazioni sono evidenti: i medici che operano sotto l'influenza di droghe non pensano in modo chiaro, non sono coordinati e commettono errori. La sicurezza del paziente dovrebbe avere la massima priorità.
“Mondo Libero dalla Droga” è un’associazione internazionale che si batte per ottenere una società nel quale la droga e l’alcool non costituiscano più una piaga sociale. I volontari dell’associazione credono che un giovane informato sui pericoli degli stupefacenti possa decidere, pensando con la propria testa, di stare alla larga da qualsiasi ambiente dove si faccia uso di droga o si abusi di alcool.
Le attività di Mondo Libero dalla Droga consistono nell’andare nelle scuole e raccontare ai ragazzi la verità sulla droga: lezioni di due ore che includono video, dati scientifici, dati statistici e testimonianze. Un ragazzo informato sulla droga molto difficilmente ne diverrà schiavo. Anche da adulto, si rifiuterà di diventare un tossicodipendente di sostanze legali o illegali.
La Chiesa di Scientology sostiene la campagna di “Un Mondo libero dalla Droga” fin dalla sua fondazione: la lotta all’abuso di sostanze stupefacenti è una delle principali campagne sociali della Chiesa. Il fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, ha affermato: “L'arma più efficace nella guerra contro la droga è l'educazione.”
Giovanni Trambusti
“Mondo Libero dalla Droga” Toscana
Fonte notizia
www.noalladroga.it